Prima i “pidocchi” sui platani, poi il ritorno dei “bruchi americani”. A Savigliano manca solo più l’invasione delle cavallette.
Eh sì, gli insetti ci stanno prendendo di mira. Il primo a far capolino è stato, ad inizio settembre, la Corituca ciliata, che punge le foglie del platano e ne succhia la linfa. Contro di lui siamo disarmati. «L’Amministrazione comunale sta eseguendo tutto quanto possibile, rispettando le linee guida europee che vietano l’utilizzo di fitofarmaci, per contenere il problema – fanno sapere dal Palazzo di corso Roma – ma non esistono ad oggi trattamenti di lotta biologici. Inoltre, la Corituca ciliata non è oggetto di lotta obbligatoria da parte della legislazione nazionale». Come evidenzia l’esperto Daniele Pecollo, dottore forestale ed ambientale che cura gli alberi del Comune (è un esperto chiamato a fare altrettanto in numerose città italiane, anche nel nostro circondario), «non sono possibili interventi preventivi e risolutivi in ambito urbano a causa delle limitazioni del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Anche il ricorso all’endoterapia (ovvero le “flebo” al tronco delle piante) non è possibile, in quanto ormai riconosciuta come tecnica dannosa per gli alberi, a causa dei traumi provocati al tronco». Almeno non ci sono preoccupazioni per la nostra salute. «La Corituca ciliata – spiega ancora Pecollo – non produce generalmente danni all’uomo. Tali danni (punture che causano lievi pruriti ed arrossamenti della pelle) possono verificarsi eventualmente, raramente ed occasionalmente, soltanto nel caso di una concentrazione elevata, come indicato in alcuni studi».
Resta un interrogativo: perché questo boom di presenze? «La presenza di questi insetti – aggiunge l’esperto – varia nel corso delle annate: il caldo torrido degli ultimi tempi ha favorito la sua anomala proliferazione, che sarà sicuramente contenuta dalle recenti piogge e dall’abbassamento delle temperature».
Sempre lui, il cambiamento climatico, è a quanto pare il responsabile anche dell’arrivo dell’altro ospite transoceanico, l’ifantria o “bruco americano”, della cui invasione parlammo già cinque anni fa.
di Guido Martini
ULTERIORI DETTAGLI ALL’INTERNO DEL GIORNALE.