Al termine del Consiglio comunale di giovedì 14 settembre è stato fatto un focus sull’inizio dell’anno scolastico. «È ripartito tutto – ha spiegato il sindaco Flavio Gastaldi – dalla mensa al pre e post scuola, questi ultimi dati al personale scolastico dopo un accordo con la scuola. Non è partito solo il doposcuola».
Sulla mancata attivazione del doposcuola comunale “Colorta-Mente”, organizzato ormai da una decina d’anni, per gli studenti che frequentano le elementari e le medie, è intervenuto l’ex sindaco Stefano Biondi. «Non riusciamo a capire – ha evidenziato – perché nessuno dell’amministrazione abbia ricevuto richieste di attivazione in tal senso. E dire che abbiamo già fatto tre incontri».
Per Biondi, però, «un dato è certo. Il doposcuola com’era strutturato è arrivato al capolinea perchè era diventato un piccolo centro di recupero frequentato dal 95% di ragazzi con difficoltà varie, In più ha avuto un deficit di 12 mila euro».
«L’obiettivo della nostra amministrazione – ha aggiunto – non è quello di fare un recupero scolastico, ma di realizzare un servizio collettivo ad ampio accesso, sia un servizio alle famiglie per non lasciare soli i ragazzi a casa che un alternativa per questi ultimi contro la solitudine e Internet».
La proposta dell’amministrazione, grazie anche all’intervento del consulente del Consorzio Monviso Solidale Luca Alesso, sarà quindi quella di un momento, con partenza a metà autunno, a cadenza settimanale, o ogni 15 giorni, in via sperimentale senza costi, un’esperienza collettiva e di relazione con giochi e studio. «Potrebbe essere al venerdì pomeriggio o al sabato mattino» ha concluso Biondi.
Una proposta che non ha trovato soddisfatta Romina Testa della minoranza di “Genola in Comune”: «Da un lato trovo strano che un operatore del Monviso sostenga non essere utile fare un sondaggio sulla ripartenza del doposcuola. Il nostro comune può permettersi di spendere oltre 16 mila euro per un campo da beach volley, ma non di investire sul tempo libero e di studio di una ventina tra bambine e bambini di Genola. Esprimiamo tutto il nostro rammarico e la nostra preoccupazione nella scelta di lasciare scoperte famiglie che trovavano nello spazio del doposcuola, un aiuto sostanziale con la scuola e lo studio e uno spazio di gioco e socializzazione importante».
«Dobbiamo occuparci di problemi allargati e non specifici – è la replica di Biondi – la nostra proposta non è per la scolarizzazione: ci dobbiamo confrontare con la realtà, i bisogni sono cambiati. E non siamo per un doposcuola, come quello dello scorso anno, che non solo ormai era “ghettizzato”, ma il suo costo era sproporzionato rispetto a quello che eroghiamo per la collettività. Mi dispiace, ma era insostenibile».
di Paolo Biancardi