Il Saviglianese è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriverti gratuitamente al canale ed essere sempre aggiornato sulle ultime novità.
Magari alle grandi masse non risulta iconico come la breakdance e i graffiti, ma il freestyle resta comunque una delle arti più rilevanti della cultura hip-hop: la capacità di improvvisare parole rappate su una base musicale (il cosiddetto “beat”) letteralmente in “stile libero” è una peculiarità che nella scena rap italiana si è man mano persa o comunque è rimasta negli affranti più underground. Tuttavia, c’è chi nel rap e nel freestyle crede in particolare e che non una, non due, ma bensì tre volte li ha resi delle eccellenze tutte italiane: il riferimento va a Shame – al secolo Fabio D’Errico – rapper saviglianese classe 1993 che poche settimane fa ha toccato le 50 ore consecutive di freestyle, infrangendo il record per la terza volta.
Già nel 2017, in piazza Santarosa, Shame portò a termine una performance di 25 ore, “quasi per caso”, rendendo il record tutto saviglianese. Nel 2021, invece, l’artista aveva alzato l’asticella e siglato un nuovo record mondiale, lungo ben 35 ore: un primato, però, diventato ben presto un meme su internet, sia perché la giuria del Guiness World Record non convalidò inizialmente il traguardo, sia perché era stato in breve tempo superato di 60 minuti da un cantante polacco.
Ecco, allora, dopo quattro anni, giungere il momento del riscatto.
«Mancavo tanto dalla scena e volevo fare un’ultima comparsata, un’ultima follia, dopo anni di assenza – rivela il rapper nostrano – Il primo record l’ho fatto rappresentando Savigliano, il secondo l’ho fatto a Milano, nella grande città, mentre il terzo è un ritorno alle origini: ho registrato a Praia Mare, paese calabrese da cui provengo e dove un mio amico mi ha proposto di stabilire questo nuovo record».
50 ore, cioè oltre due giorni di parlato continuo, solamente con delle piccole soste di cinque minuti. Fabio, che nella vita di tutti i giorni ripara dispositivi elettronici in un negozio a Fossano, si è avvicinato al grande evento seguendo i consigli di un vocal coach e di un nutrizionista, evitando carne rossa e latticini nei giorni precedenti e mangiando solamente frutta e verdura nel bel mezzo del freestyle. «Di preparato avevo solamente un taccuino in cui ho raccolto i momenti topici della mia vita e ci ho rappato su – spiega – In tutte quelle ore di parlato, il cervello va molto sotto sforzo e gli argomenti dopo un po’ finiscono, per questo c’era la regia a suggerirmi dei temi per continuare il freestyle. Nel mezzo, ho anche dissato (insultare qualcuno nel testo di una canzone, ndr) alcuni freestyler con cui c’erano stati degli screzi in passato, ma anche la professoressa di italiano stronza delle Medie».
Già, perché le peripezie attorno a quel precedente record di 35 ore lo avevano particolarmente colpito: «Essere diventato un meme l’ho vissuto male – svela Shame – Esiste una fetta di hater, odiatori, insistenti, che anche nel corso di quest’ultimo freestyle ha fatto arrivare dei messaggi di odio inutili». Questi messaggi, però, sono stati l’ultimo dei problemi nel corso dell’esibizione: «I momenti peggiori sono stati dopo le 24 e dopo le 32 ore, a mattina presto, perché il corpo mi chiedeva di riposare – ammette – Alternavo momenti in cui ero stanchissimo e pensavo anche di smettere, poi dopo ore mi gasavo e facevo extrabeat (tecnica per cui si rappa più velocemente rispetto alla strumentale, ndr)».

Shame, che inizialmente voleva arrivare a 48 ore di freestyle ma ha raggiunto le 50 “per fare cifra tonda“, non è preoccupato di farsi nuovamente “rubare” il record: «È una guerra infinita, non ho paura: aver portato il record per tre volte in Italia è già bello, nessun altro italiano ci ha mai provato prima di me». E nel frattempo guarda al futuro: «Prossimamente avrò delle date in cui mi esibirò dal vivo (Montecatini Terme e Ostia); nel frattempo, sto lavorando a un nuovo progetto musicale, ma non posso ancora parlare di disco».
Archiviato il terzo, storico, record nel suo palmares, Fabio torna nel suo negozio e, mentre aggiusta il tablet o lo smartphone di turno, si tiene allenato facendo un po’ di freestyle. Anche con qualche cliente che lo riconosce.
di Alessio Bessone