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Il 28 marzo scorso è passato un mese esatto dalla loro prima apparizione: si tratta degli aberranti graffiti che campeggiano sulle pareti del sottopassaggio della stazione saviglianese e che hanno lasciato sbigottiti i primi pendolari del mattino, gargantuesche scritte nere su sfondo bianco che, da un lato, insultano pesantemente una ragazza e, dall’altro, invitano un secondo individuo a regolare i propri debiti (di droga). Nomi che, nel giro di un paio di giorni, sono stati prontamente “censurati”, ricoperti da una seconda mano di nero probabilmente dagli autori stessi delle scritte, lasciando sui muri delle enormi chiazze scure che sono ormai divenute parte dell’arredamento del sottopasso.
Ecco, si può ben parlare di arredamento perché quegli scarabocchi color pece continuano a campeggiare lì, imperterriti: in oltre un mese di tempo nulla è stato fatto per rimuovere quelle parole disgustose (fra cui anche piccoli, ma non meno gravi o appariscenti, insulti rivolti alla Premier Giorgia Meloni) e restituire un minimo di decoro al sottopassaggio.
Insomma, l’ennesimo segno di incuria per la stazione cittadina, la quale, nonostante le pressioni del sindaco Portera nei confronti di Rfi (Rete ferroviaria italiana), continua a rimanere abbandonata a sé stessa. Tutto per colpa di un graffito.
di Alessio Bessone