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Primo posto al termine della Regular Season per tre anni consecutivi, semifinale della Del Monte Coppa Italia di A3 nella scorsa stagione, finale della Del Monte Supercoppa e Finale Play Off Promozione nello stesso campionato. È questo il curriculum con cui si presenta a Savigliano, dopo quattro anni al Mantova, Simone Serafini, nuovo allenatore del Monge Gerbaudo in seguito alla separazione con Michele Bulleri. «Sono stati anni veramente belli, ci è mancata la ciliegina di qualche vittoria, ma a livello personale e di squadra sono state quattro annate ottime, compreso il 4° posto di quest’anno con una rosa rinnovata – afferma Serafini – I cicli nello sport finiscono ed era giusto dare una ventata di novità. Ho scelto Savigliano perché mi piace il progetto e la sua voglia di migliorare: avevo parecchie richieste ma non ho indugiato ad accettare la proposta saviglianese; ci sono le condizioni per lavorare con serenità e professionalità, in un ambiente sano».
Il tecnico non è nuovo in Provincia Granda: «Conosco l’ambiente cuneese perché anni fa giocai a Busca, so che si vive bene e quando mi hanno chiamato ho avuto bellissime sensazioni – rivela – La rosa cambierà e ci saranno anche diverse conferme, anche se non so dire quanti e come. L’anima del Savigliano credo rimarrà, l’ho sempre vista con rispetto e timore».
Serafini non si sbilancia, giustamente, sul futuro: «Stiamo lavorando bene sul mercato, con l’idea di creare un roster con certe caratteristiche tecniche e morali. Dal punto di vista personale porterò tantissimo entusiasmo. Rosa di giocatori-lavoratori? Anche a Mantova era così, sono abituato, è una condizione che non mi crea problemi».
Questa è, a tutti gli effetti, la prima mossa ufficiale nelle vesti di Direttore sportivo da parte di Francesco “Ciccio” Dutto: «Si è pensato a un nome importante e abbiamo messo gli occhi su uno dei migliori allenatori della categoria – spiega – Ora stiamo parlando per i rinnovi, poi penseremo al mercato in entrata».
«Quando la società mi ha proposto il ruolo di Ds ci ho messo poco ad accettare – conclude Dutto – Più responsabilità da dirigente che da capitano? Il direttore sportivo ne ha di più in periodi diversi».
di Alessio Bessone