Faccia a faccia coi Carota boys, i sei revellesi fedelissimi di Sinner

Il gruppo è diventato celebre in tutto il pianeta

I sei ragazzi originari di Revello assieme al tennista Jannik Sinner
I sei ragazzi originari di Revello assieme al tennista Jannik Sinner
Il Saviglianese è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriverti gratuitamente al canale ed essere sempre aggiornato sulle ultime novità.

Il tennista italiano Jannik Sinner è diventato un fenomeno mondiale grazie ai suoi ultimi prestigiosi successi sul campo: dopo il secondo posto alle Atp Finals di Torino e la storica vittoria della Coppa Davis, è arrivato anche un epico trionfo agli Australian Open, uno dei quattro titoli più prestigiosi all’interno del circuito tennistico. Ma l’atleta altoatesino non è l’unico a godere di popolarità su scala internazionale, perché, quasi per osmosi, anche i cosiddetti “Carota boys” – fanclub che segue Sinner in giro per il globo con addosso un costume da carota – hanno ottenuto le luci della ribalta. E pensare che l’idea, nata in maniera goliardica, è “Made in Granda”, grazie a sei amici di Revello. Ne parliamo con il Carota boy Francesco Gaboardi.

Francesco, spiegaci come vi è venuta in mente questa iniziativa.

È nata in modo naturale: siamo sei amici di infanzia (Enrico Ponsi, Francesco Gaboardi, Alessandro Dedominici, Alberto Mondino, Lorenzo Ferrato e Gianluca Bertorello) appassionati di tennis e degli sportivi azzurri, in particolare di Sinner. Nel 2019, a Vienna, Jannik aveva mangiato una carota al posto della classica banana durante l’intervallo, un episodio rimasto iconico e che ha ispirato la nostra goliardata: ci siamo armati di costumi da carota e li abbiamo sfoggiati agli Internazionali di Roma di maggio 2023. Non ti dico il caldo (ride, ndr). La gente e i media avevano iniziato a notarci, tant’è che Lavazza (già sponsor di Sinner) ci ha contattati per una collaborazione.

I Carota boys all’Australian Open di Melbourne

Che lavoro fate? È difficile organizzarvi?

Quattro di noi lavorano in un’azienda di famiglia e quindi hanno maggiori libertà nell’organizzarsi, mentre io e un altro ragazzo siamo dipendenti, perciò dobbiamo scendere a patti coi nostri titolari: non nascondo che anche ora abbiamo qualche difficoltà a organizzarci e visto che stiamo diventando un fan club semiufficiale dedichiamo molto tempo a questa cosa.

Oltre a seguire Sinner, cosa fate?

Abbiamo presenziato ad alcuni eventi, a esempio la Pigiama Run di Cuneo dello scorso settembre come ospiti, e tentiamo di essere attivi socialmente per restituire al territorio la nostra notorietà; ci impegniamo anche nella raccolta fondi per un progetto in Zambia per educare gli adolescenti sul lato sportivo, bonificare opere e realizzare un impianto di illuminazione. Per la finale di Melbourne abbiamo organizzato un watch party in collaborazione con Lavazza per condividere la passione tennistica con molta gente. Prossimi impegni? Questo mese, a Roma, presenzieremo a un evento sportivo, poi ci organizzeremo per seguire Sinner nei prossimi tre Slam e alle Atp Finals.

di Alessio Bessone

L’INTERVISTA COMPLETA ALL’INTERNO DEL GIORNALE.

Exit mobile version