La società indiana chiude i rubinetti e si tira fuori da Acciaierie d’Italia

Si fa sempre più probabile l'ipotesi nazionalizzazione

Spaccatura (probabilmente definitiva) nella gestione dell’ex Ilva (oggi Acciaierie d’Italia) tra il socio pubblico Invitalia (con il 38% delle azioni) e il gruppo franco-indiano ArcelorMittal (che detiene attualmente la maggioranza delle quote, pari al 62%). Quest’ultimo non è più disposto a investire economicamente negli stabilimenti del colosso siderurgico, tra cui quello di Racconigi.

La notizia ufficiale arriva direttamente da una nota del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni, che parla del rifiuto da parte dell’azionista privato di maggioranza a “sottoscrivere un aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione di Invitalia”.
Tale comunicato è stato diramato in seguito all’incontro, tenutosi lunedì 8 gennaio, tra governo italiano e vertici di ArcelorMittal, ormai totalmente disinteressati a investire un singolo centesimo sull’ex Ilva, volendosi anche disimpegnare totalmente dai propri impegni azionari.

A seguito di ciò, la via della nazionalizzazione sembra quella più probabile, con un probabile lungo braccio di ferro tra pubblico e privato che prenderà le vie legali.

di Massimo Tabusso

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