Dall’impossibile al possibile: a 63 anni conclude la corsa dei sogni in California

Il saviglianese ha gareggiato nel celebre ultratrail americano, ultimandolo con un buon tempo

Dall’impossibile al possibile, un sogno tenuto nel cassetto per anni che finalmente è divenuto reale. Pierluigi Lovera è uno che quel cassetto lo ha aperto ed è riuscito a concretizzare il desiderio di una vita: il 63enne saviglianese, infatti, ha corso (e concluso) la Western States Endurance Run 100 miglia, una delle più famose ultratrail del pianeta, che deve essere percorsa in meno di 30 ore.
Pierluigi inseguiva questo sogno da 5 anni, ma la selezione è durissima: per qualificarsi bisogna avere partecipato a un’altra 100 miglia (ma il nostro concittadino non ha problemi di curriculum, avendo, fra gli altri, percorso il giro del Monte Bianco per ben due volte), poi bisogna avere la fortuna di rientrare fra i 270 sorteggiati. «Non riuscivo a credere di essere stato sorteggiato, quando ho sentito il mio nome in diretta mi sono sentito mancare – ha affermato l’atleta – Era una competizione che aspettavo da tanto e che mi pareva irraggiungibile; oltretutto, il giorno prima della gara, sono stato molto male e ho rischiato di non partire, ma per fortuna è andato tutto per il verso giusto».
Pierluigi, infatti, ha solcato il traguardo dopo 27 ore e 36 minuti di erculee fatiche, attraversando le nevi delle alture e le calure dei canyon, eludendo la ristretta cerchia dei 55 corridori (su 374 totali) che non hanno concluso la gara – il numero è così basso, nonostante l’altissima domanda, per preservare un parco nazionale facente parte del percorso.

«Siamo partiti da Squaw Valley alle 5 di mattina di sabato 24 giugno – continua il tesserato della Podistica Valle Varaita – Oltre al dislivello, mi preoccupavano molto l’escursione termica e il dovere guadare i fiumi, ma l’acqua era talmente tanta che i volontari ci hanno dovuti traghettare con i gommoni. Nel corso del trail ci sono 20 punti di ristoro (aid station), dove vieni rifornito di tutto punto e assistito anche dai grandi di questa manifestazione, tra cui Gordy Ainsleigh, il fondatore della WS: ho trovato molta umiltà e umanità in America.
«Quando ho tagliato il traguardo ero contentissimo – prosegue – Il mio scopo era di finire entro le 30h: ho realizzato un sogno che mai avrei pensato di poter concretizzare».

Non solo la (gigantesca) soddisfazione personale, ma anche un riconoscimento non banale: avendo completato l’evento in più di 24h, Pierluigi ha ricevuto una fibbia color bronzo (chi impiega meno di un giorno ne riceve una argentata): insomma, un souvenir per nulla banale.
«Ringrazio tantissimo Luca, che mi ha fatto da pacer (accompagnatore) per gli ultimi 35km, e la sua compagna Giulia, i quali mi hanno assistito come crew in tre punti – conclude il corridore – Dopo la WS pensavo di mollare, ma adesso (finché il fisico regge) desidero provare nuove esperienze, possibilmente all’estero, che possano soddisfarmi».

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