Albania, Italia e infine Stati Uniti d’America. Una moderna Odissea per trovare infine la “propria casa” a San Francisco, in California, a kilometri e kilometri di distanza dalla terra natia e da quella Savigliano che ha fatto da culla. Perché se oggi Aldi, 43 anni, è fondatore e Ceo di due società in America lo deve (in parte) anche alla nostra città. Arrivato a Savigliano a soli 13 anni, per sfuggire alla complicatissima situazione di Fier nell’Albania comunista, Aldi si stanziò coi propri parenti in piazza Santarosa (oltretutto, sullo stesso pianerottolo del direttore di questo giornale!); la famiglia Agaj, in seguito, prese in gestione il teatro Milanollo per dodici anni, mentre il giovane Aldi conseguiva prima il diploma presso l’alberghiero di Mondovì e successivamente due lauree fra Torino e Milano.
Cosa hai fatto dopo gli studi?
In seguito alla laurea in Giurisprudenza a Torino, ho conseguito un master con una tesi sulla Silicon Valley: mi piaceva il business e l’idea di potere costruire qualcosa. Per diverso tempo ho fatto avanti e indietro fra Italia e America, approcciandomi al mondo delle start-up: desideravo aprire lo stesso tipo di azienda in Nord Italia, ma il sistema italiano non prevede e non ha mai previsto tale mondo, quindi, dopo un anno, ho deciso di recarmi in California. Lì, però, non riconoscevano i miei titoli di studio: ho rifatto le due lauree a San Francisco, mi sono stabilito lì con la famiglia e ho ricoperto il ruolo di legale.
Negli States sei riuscito a dare vita alle tue idee?
Lavorando da casa a causa del Covid, io e i miei collaboratori abbiamo avviato una società che oggi conta 739 persone che lavorano a 56 progetti in tutto il globo: AAK è attualmente la più grande piattaforma cloud di dati scientifici, dove è possibile controllare quanto, come e dove investono le varie società. L’altra società che ho fondato e gestisco è Alter Learning, dove lavoriamo direttamente coi ricercatori per creare videogiochi educativi per bambini: usando strumenti come il 3D, la realtà virtuale e la realtà aumentata trasformiamo la ricerca scientifica in giochi educativi, adatti a qualunque fascia di età. Il training, la preparazione, in questo modo, non avvengono nel mondo vero ma nella realtà virtuale, in un ambiente protetto. Detto ciò, se la scuola pubblica italiana mi chiedesse di metterle a disposizione tutto il pacchetto di Alter Learning glielo concederei gratuitamente, in tutta tranquillità, ma so che non succederà mai perché la scuola italiana è indietro, non le interessa questo genere di tecnologie.
L’intelligenza artificiale, ultimamente, è un argomento assai dibattuto in Italia: come si lega il tema dell’IA col tuo lavoro?
In AAK è tutto IA: l’intelligenza artificiale ha bisogno di una grande mole di dati per funzionare e AAK è il maggiore database di informazioni per costituirne una. Ad esempio, abbiamo sviluppato un software che traccia tutti i dipendenti durante il turno di lavoro e rifornisce di dati il manager, che può controllare cosa questi stiano facendo (le pagine che sono aperte sul desktop, i movimenti compiuti dal mouse…).
L’INTERVISTA COMPLETA ALL’INTERNO DEL GIORNALE.