La Consulta pari opportunità propone quattro nomi femminili per le vie di Savigliano

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Si erano lasciate a giugno, prima della pausa estiva, con la ferma intenzione di ampliare la toponomastica al femminile. Azione che la Consulta per le pari opportunità sta portando avanti. Nelle prossime settimane sarà presentata alla Commissione toponomastica comunale una lista di quattro candidate, scelte durante la riunione della Consulta lo scorso martedì 16 settembre.
«Siamo partite con un elenco di dodici donne rappresentative del mondo del lavoro, della politica, della cultura e della scienza, che abbracciano l’intero Novecento. Ci siamo confrontate seguendo due criteri: la territorialità e la notorietà» ha precisato la presidente Elisa Aimo.
Per ciò che concerne il primo punto, all’unanimità si è optato per le saviglianesi Antonietta Giraudo e Caterina Lovera, staffette partigiane della brigata Carando, distaccamento della Cavallotta. «A loro vorremmo intitolare, nella frazione nativa, il parco giochi di San Salvatore, per ricordare l’impegno nella Resistenza delle tante figure femminili spesso dimenticate dalla storia» ha specificato la consigliera alle pari opportunità Clotilde Ambrogio.
Più vivace il dibattito per l’individuazione di donne meritevoli a livello nazionale. In pole position l’astrofisica, divulgatrice e attivista Margherita Hack, seguita dalla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Tra i nomi “papabili”, Ada Gobetti, partigiana giornalista attivista per l’emancipazione femminile a Torino e Lalla Romano, scrittrice e poetessa di Demonte. Il consenso su queste indicazioni è stato forte, ma ci si è orientati anche verso personaggi al di fuori dell’elenco. Perché non includere delle sportive? Ed ecco comparire due campionesse, sconosciute ai più: Vittorina Sambri, la prima italiana a competere in gare di motociclismo nel 1913, e Alfonsina Strada, prima ciclista a partecipare al Giro d’Italia nel 1924.
Alla fine, la Consulta si è pronunciata a favore delle due velociste «che ruppero gli stereotipi di genere in un settore, quello dello sport, a maggioranza maschile, suscitando scalpore e curiosità, oltre alle immancabili maldicenze» ha puntualizzato la Aimo. «Il successo della Sambri e della Strada, assai contestato e considerato un fenomeno mediatico, ci fa riflettere sulle disparità che ancor oggi riscontriamo nello sport. Ad entrambe ci piacerebbe dedicare una struttura ricreativa» ha concluso Clotilde Ambrogio. Ora la palla passerà all’apposita Commissione.
di Simona Trabucco
