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Nella notte di venerdì 4 luglio è tornata Nede sulla traccia: a due anni di distanza dall’EP “Frequenza”, Benedetta Curti ha pubblicato il suo primo album di inediti, “Brio”. Un disco completamente diverso rispetto al precedente, per via delle sonorità strettamente hip-hop, ma che non rinuncia comunque alle influenze dell’elettronica e del cantautorato: «Mantengo sempre i ritornelli cantati, anche se si sente maggiormente l’impronta rap, un po’ vecchia scuola» afferma la cantante saviglianese.
Il titolo, “Brio”, è un elemento che contraddistingue Nede e il suo modo di essere: «Non c’è un forte filo conduttore fra i brani, ma in ognuno di essi faccio riferimento al brio – continua – Personalmente, cerco sempre di essere frizzante. Cito il brio varie volte e in modi diversi, poiché è stato un anno molto pieno, fra musica, lavoro, tirocinio, laurea (conseguirà la laurea in Scienze dell’Educazione mercoledì 9 luglio, ndr): nonostante tutti gli impegni, ho deciso di pubblicare l’album in questo periodo perché mi sentivo di far uscire il mio fuoco adesso».
«Spero che alle persone possa arrivare qualcosa e che rimanga loro – afferma Nede – Per quanto riguarda le copie fisiche, saranno disponibili prossimamente».
Il suo compagno nella vita di tutti i giorni è il rapper Shame, ma l’influenza hip-hop non è tutta farina del sacco di Fabio: «La sua influenza in parte c’è, ma io stessa mi sono ritrovata nelle condizioni di adattarmi a delle basi musicali differenti, adattando il mio stile a delle produzioni strettamente hip-hop – rivela Curti – È un mondo in cui mi ritrovo nei valori, nello stile di vita, nei suoni e nell’immaginario, tant’è che l’ho portato come tesi di laurea».
Quella di “Brio” è una Nede totalmente differente rispetto al passato: «Non sono più la Nede dolce di “Frequenza”, quella riservata, introspettiva, trattenuta – ammette l’artista – Adesso sono più decisa, voglio mandare dei messaggi, sono molto più diretta anche perché sono più sicura di me. La voce è cambiata perché ho preso lezioni di canto, quindi, ho anche più consapevolezza e dunque il disco risulta più accattivante. Nede è cresciuta ed è diventata grande».
La recensione
Suddiviso in dieci tracce, “Brio” scorre nei suoi 22 minuti di durata scandagliando le sonorità rap tipiche della scena italiana anni Novanta: lo si intuisce immediatamente, alla prima traccia, “Me la chillo”, palese tributo a Neffa con i suoi molteplici riferimenti («Il ritorno di Nede sulla traccia», «Allaccia la cintura», …).
Il disco, come si diceva, tocca più temi e già con il secondo brano, “Mi basti tu”, ci spostiamo sul tema dell’amore, “togliendo di dosso tutto il male del mondo”.
Si passa poi a “Provincia”, unico singolo ad avere anticipato l’album: un inno (strettamente rap) alla vita in provincia, una dimensione che può essere sia libertà che una realtà piccola e stretta per chi la abita.
Con “Non si può”, Nede tocca per la prima volta nel disco un tema sociale: quello del catcalling, delle molestie verso il genere femminile, parlando di una mancata sensazione di tranquillità ma anche di “urla di lotta“. Un plauso alla base, tra le più efficaci del disco, merito anche del sax in sottofondo.
Arriva quindi “Bambù”, il primo dei riferimenti botanici dell’album: la tipica pianta dal fusto duro è un simbolo di resistenza, del “non piegarsi”; la traccia è così una critica alla società che cerca di limitarci con i suoi tabù e il suo conformismo.
Sesto brano è “Mura”, nemmeno 60 secondi in cui Nede fa un esercizio di stile mandando anche alcune frecciatine a destra e a manca.
Segue “E non vi importa se”, altro brano di accusa verso la società, in particolar modo all’indifferenza e all’ignavia che dilaga fra gli esseri umani. Qui Nede ci trascina col suo flow e si alterna bene con la produzione di Domenico Bosio.
“Life” è un’istantanea della vita di Benedetta, su una base molto classica – un po’ “Big Poppa”, un po’ “Ghettoblaster” – in cui la saviglianese plasma la realtà attorno a lei. “This is the life” su “un piatto, rullante e cassa”.
Il secondo dei riferimenti al mondo della botanica arriva da “Menta piperita”: la menzione va a una pianta resiliente come la menta, capace di resistere a diverse temperature, e quindi la traccia è una metafora per descrivere l’Io della nostra della Nede. Resistente e attraversata da un fuoco che scoppia e al contempo da un fiume d’acqua che scorre inesorabile.
L’album si chiude, allora, con “Legati”, ottimo esercizio di stile in cui ci facciamo trascinare dal flow irresistibile di Nede e da una base semplice ma efficace.
Le prossime date
Due le date nel mese di luglio per Nede: sabato 12 suonerà a Saluzzo a Casa Makala in occasione dell’evento “Voce Sorella”. Sabato 26 luglio, invece, si esibirà a Savona, in occasione della finale del “Savona Street Contest”: dei 100 partecipanti iniziali, la saviglianese ha raggiunto la top 3.
di Alessio Bessone