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Stavolta dovremmo esserci: ben 5.000 cassoni blu griffati Fruttinnova – in un magazzino che sembra quello dove finisce “l’arca perduta” al termine del primo film di Indiana Jones – sono pronti ad accogliere i primi carichi di frutta da trasformare in puree e succhi. Così, l’industria di trasformazione di cui si parla fin dal 2012 potrà iniziare finalmente la produzione a Savigliano.
Nello stabilimento ex Origlia (acquisito nel 2018 dopo aver scartato una prima ipotesi di localizzazione nella zona della Saint-Gobain), presso la “rotonda della Gran baita”, fervono i lavori. Si completa il piazzale per l’arrivo dei camion, si sistemano gli impianti, si realizzano uffici, bagni, spogliatoi, locali tecnici. Si mettono a punto gli impianti. Le grandi cisterne per lo stoccaggio dei semilavorati, che sono rimaste parcheggiate per mesi sul piazzale (ben visibili da chi passava sul vicino cavalcavia), sono state sistemate all’interno: sono 60, ma il prossimo anno potrebbero arrivare a 110.
L’amministratore delegato Marco Buttieri coordina gli ultimi interventi: nei capannoni c’è tutto un andirivieni di operai e di tecnici. Il tempo stringe e lavoro da fare ce n’è parecchio, ma lo stabilimento ormai ha preso forma. Si tratta di un investimento da 12 milioni di euro fatto da una società dal capitale sociale di oltre 4 milioni di euro che prevede soci locali, brianzoli e parmensi operanti nel settore alimentare. Il presidente è l’imprenditore Paolo Giacopinelli di Parma. Si sta anche selezionando il personale: per cominciare servirà una decina di persone (a regime si parlava di 20-30 dipendenti, anche contando gli stagionali).
La produzione inizierà nella prima quindicina di luglio: è stato ordinato il primo carico di mele per fare un test. Seguiranno altri carichi, quasi tutti provenienti dal territorio: in base alla stagionalità Fruttinnova creerà puree di frutta (semilavorati) di mele, pere, kiwi, piccoli frutti, pesche ed albicocche. «Solo queste ultime, per ora, arriveranno dal sud della Francia – rivela Buttieri – ma presto si potrebbero fare degli accordi di filiera per iniziare una maggiore produzione anche sul nostro territorio».
di Guido Martini
ULTERIORI DETTAGLI ALL’INTERNO DEL GIORNALE.