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Un generale cordoglio ha stretto la comunità cavallemraggiore alla notizia della scomparsa della sua decana. Sabato scorso si è spenta a 101 anni la signora Agostina Gandolfo, vedova Seia.
Nata a Monasterolo il 27 gennaio del 1924, venne allevata dalla nonna a causa della prematura scomparsa della madre, a cui sarebbe seguito il padre nel 1936. Passati i duri anni della seconda guerra mondiale, Agostina conobbe quello che sarebbe poi divenuto suo marito: Francesco Seia, appena ritornato dal fronte. Dalle nozze arrivarono tre figli: Margherita, che sposò Costanzo Curiotto e si dedicò all’agricoltura; Giovanni che è diventato imprenditore e dirigente d’azienda e si è sposato con Enrica Rizzi; Piermaria, responsabile Enel improvvisamente scomparso a 55 anni nel 2011.
Nel 1982, l’abitudinaria vita di una normale famiglia cavallermaggiorese venne tragicamente interrotta. Il marito di Agostina, Francesco, infatti, a 68 anni morì in un incidente automobilistico. Dopo questo lutto, la vedova Seia iniziò a frequentare il Centro incontro anziani della nostra città e lì conobbe colui con cui passò quasi il resto della lunga vita: Gianmaria Panero. Quest’ultimo morì nel 2021 all’età di 98 anni.
Medaglia d’oro Avis (con ben 160 donazioni), con il trasferimento in paese e la pensione, Agostina è stata un’attiva partecipante alla vita sociale (in particolare frequentava Centro anziani e Unitre) e religiosa (con i Battuti Bianchi). Fino ai suoi ultimi giorni, ha seguito il suo motto «Ci sono solo due strade: vivere o morire». Agostina ha vissuto una vita attiva, leggendo molto, accudendo l’orto e viaggiando con piacere finché la salute glielo ha permesso.
Da poco compiuti i 101 anni, la signora Seia ha concluso la sua, lunga, esperienza terrena. Le sue esequie si sono tenute nella chiesa di San Michele lunedì 24 febbraio, e sono state celebrate da monsignor Jean Pierre Ravotti, della cattedrale di Mondovì. La salma è stata sepolta nel cimitero cittadino. La redazione de “Il Saviglianese” porge sentite condoglianze alla famiglia.
di Federico Mattio