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È simbolo di bene, gioia e prosperità; è maestoso, elegante, quasi regale. In Italia è il protagonista della commemorazione dei defunti: il crisantemo, il “fiore d’oro” dall’unione delle due parole greche chrysós (oro) e ánthemon (fiore). Racconigi è una delle poche località dove il crisantemo viene coltivato e appezzato e dove si porta avanti con orgoglio questa tradizione grazie all’impegno di Antonella Franchini titolare, insieme al marito, di Ferrero Floricoltura.
Da oltre 25 anni, la concittadina si dedica con passione alla coltivazione di questo fiore che, nonostante la sua “sfortuna” di sbocciare in ottobre e novembre, riempie i cimiteri di colori vivaci. Ogni anno, nel mese di maggio, da Civitavecchia, arrivano a Racconigi circa 1.200 piantini: qui i piccoli germogli, grazie a un lungo e complesso processo di cura, crescono fino a diventare splendidi fiori.
Antonella racconta con orgoglio il lungo lavoro dietro la coltivazione di queste piante: «Prendersi cura dei crisantemi richiede una procedura molto macchinosa, impegnativa e costante. All’arrivo, i piantini vengono messi a dimora all’aperto, suddivisi in vasi di diverse dimensioni: ciotole piccole, medie e grandi. Dopo circa tre settimane viene effettuata la prima cimatura, un’operazione fondamentale per stimolarne la crescita. Alla prima ne seguono altre due, a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, con l’ultima effettuata entro la fine di luglio. Per proteggerli dal caldo eccessivo, i fiori vengono lasciati crescere all’aperto sotto teli antigrandine e, durante lo sviluppo, viene somministrato loro un concime apposito, composto da azoto, fosforo e potassio in parti uguali. Quando poi si avvicina il periodo di fioritura, a partire da metà ottobre, vengono trasferiti nelle serre, dove la testa del fiore rimane coperta per proteggerla dal gelo – informa la floricoltrice -. In floricoltura la regola è: entro il 10 ottobre si deve vedere il colore del fiore, che dopo una settimana è ben aperto».
I crisantemi sono brevidiurni: iniziano a fiorire quando le giornate si accorciano, offrendo una gamma di colori variegata. Si va dai più richiesti, gialli e bianchi, fino alle tonalità di rosa, lilla, viola, bronzo, rosso, arancio e verde. Sono principalmente utilizzati in due forme: quello a palla, con fiori grandi e sferici, e quello coreano, che presenta fiori più piccoli e ravvicinati.
Mentre nel nostro Paese questo fiore è legato alla commemorazione dei defunti, in altre parti del mondo ha un significato diverso. In gran parte dell’Asia, ad esempio, viene utilizzato in occasione di matrimoni, comunioni e compleanni. Anche nell’Europa Centrale e dell’Est, la margherita a sedici petali è considerata un fiore da regalare, tanto quanto le rose.
Quest’anno, come ogni anno, Antonella, insieme al figlio Stefano e a Cristina Gentile, ha curato con dedizione i tantissimi piantini che, a fine ottobre, erano pronti per adornare le tombe e portare colore nei giorni di ricordo. «Mentre altre fioriture si fanno secche e spoglie, il crisantemo esplode di vita – riflette Antonella – non sono solo simbolo di lutto, ma rappresentano speranza, pace e gioia, tanto che regalarne uno può essere un augurio di serenità e vitalità; un fiore che, pur essendo associato a un momento di memoria, porta con sé un messaggio di vita e rinnovamento». A Racconigi, la coltivazione di crisantemi è ancora una vera arte, tramandata con passione e dedizione.
di Viviana Cappelli