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Nella serata di giovedì 19 settembre, all’ospedale Mauriziano di Torino, dove era ricoverato da diversi giorni, si è spento don Gio Battista Oderda, 78 anni (ne avrebbe compiuti 79 tre giorni dopo).
Don Gianni, com’era familiarmente chiamato, era nato a Sommariva del Bosco il 22 settembre 1945 ma in gioventù aveva vissuto a lungo, con la propria famiglia, a Cavallermaggiore, tanto che qui aveva ancora parecchi amici che lo chiamavano “Battistino”. Era stato ordinato sacerdote dal cardinale Michele Pellegrino il 23 giugno 1972 e, tra gli altri incarichi, era stato collaboratore del priore don Giuseppe Vaisitti a San Michele.
Per trent’anni don Gianni prestò servizio come viceparroco in tre diverse parrocchie: Gesù Maestro a Beinasco (1988-1994), San Francesco d’Assisi a Grugliasco (1994-1998) e La Pentecoste a Torino (1999-2018). Per un decennio tra il 1988 e il 1999 fu prete operaio (l’ultimo della nostra diocesi), vale a dire un sacerdote attivo nel mondo del lavoro; nel suo caso in fabbriche torinesi come Indesit e Avio. Operaio in manutenzione, il suo ultimo incarico fu al magazzino ricambi. Fu anche rappresentante sindacale.
Da una sua intervista su “La Stampa” emerse la testimonianza di “un personaggio interessante e particolare, probabilmente scomodo”, come riportava nel 2008 “Terra, terra!”, il giornalino delle parrocchie di Corio.
Negli ultimi anni ha abitato presso la Casa del Clero San Pio X di Torino.
La cerimonia funebre – presieduta dall’arcivescovo, mons. Roberto Repole – si è tenuta lunedì mattina presso la parrocchia La Pentecoste di via Filadelfia a Torino. La salma è stata poi sepolta nel cimitero della nostra città. Qualche anno fa, in un’altra intervista, disse: «La messa continua anche fuori dalla Chiesa. Dio non ci chiederà se abbiamo fatto la comunione o se eravamo iscritti all’Azione Cattolica. L’unica reale verifica della nostra fede sarà chiederci cosa abbiamo fatto nella vita di tutti i giorni».