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«È stata un’esperienza tremenda. È devastante che abbiano violato la nostra intimità».
Le parole sono di una persona che ai primi di agosto ha subìto un furto nel proprio alloggio (in zona stazione) da parte dei due ladri georgiani che, dopo una serie di razzie in città, sono poi stati arrestati sabato 3 agosto dagli agenti della Squadra Mobile di Torino.
«Oltre a noi sono stati in tante case – continua il racconto la nostra lettrice –. Hanno fatto un disastro: pensate che dopo aver scoperto che c’era una cassaforte l’hanno aperta usando la fiamma ossidrica, bruciando anche parte del pavimento. Nulla è stato risparmiato: hanno aperto tutti i cassetti e gli armadi, hanno perfino tolto uno ad uno i piatti dalla piattaia allargandoli sul pavimento e – pensate – hanno usato i cucchiai del servizio in argento come grimaldello. Nessuno ha sentito o visto qualcosa, anche perché i due ladri sono entrati servendosi della “chiave bulgara” (una sorta di passepartout, ndr) per aprire la porta blindata e non hanno alzato le tapparelle. Al termine del loro colpo, sono usciti indisturbati. Secondo le forze dell’ordine sono venuti ben due volte».
La loro strategia criminale era quella di “segnare” anticipatamente le case che si volevano colpire con fascette di plastica che venivano messe in un’intercapedine della porta. Poi ripassavano: se la fascetta era ancora lì dopo giorni, voleva dire che i residenti in quell’alloggio erano in vacanza. Così i malviventi potevano agire indisturbati e portare a casa il bottino. Erano già sotto osservazione da parte degli agenti che li hanno anche seguiti quando si sono diretti nella nostra città. In piena notte si sono introdotti all’interno dell’abitazione di borgo Marene dove vivono due pensionati in quel momento in vacanza in Liguria. Una volta usciti con il bottino sono stati fermati da diverse pattuglie, colti in flagranza di reato. Dall’abitazione hanno portato via oro e monili per un valore di migliaia di euro. Tutta la refurtiva è stata riconsegnata ai proprietari, avvisati del colpo dei due georgiani.
di Paolo Biancardi
ULTERIORI DETTAGLI ALL’INTERNO DEL GIORNALE.