Una Panda “ricoperta di velluto” per protesta

L'auto era presente alla mostra “La Collezione Lopresto – Storia del car design e restauro dell’auto d’epoca”

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Dall’architetto Paolo Fissore, discendente dei titolari dell’omonima storica carrozzeria cittadina, riceviamo questo articolo che segnala una curiosa auto “saviglianese” in una prestigiosa sede.

Dall’11 al 30 gennaio di quest’anno l’ADI Design Museum di Milano ha ospitato la mostra “La Collezione Lopresto – Storia del car design e restauro dell’auto d’epoca”.
Realizzata dalla Collezione Lopresto e dall’Accademia di Belle Arti Aldo Galli-IED Network, l’esposizione riguardava l’evoluzione del design automobilistico italiano dagli anni ’70-’80.
Oltre alla presentazione di esemplari unici – Alfa Romeo 6C 2500 SS Bertone, Lancia Florida Pinin Farina, Osca 1600 GT Touring, Alfa Romeo Montreal Bertone e Alfa Romeo Giulietta SZ Zagato – disegnati da celebri firme del settore, gli studenti dell’Accademia Galli sono stati coinvolti nel restauro conservativo di una Fiat 2100 del 1961.

Motivo di orgoglio e sorpresa per noi saviglianesi è stata la presenza in mostra di una autovettura del carrozziere Scioneri che, insieme a Fissore, costituiva un binomio di successo nell’ambito automobilistico creativo.
Si tratta di un’auto Fiat Panda molto particolare che, pur essendo di serie, venne allestita interamente in tessuto Alcantare e presentata al Salone dell’Automobile di Torino nel 1990.
Fino ad allora l’Alcantare, tessuto composto da microfibra di poliestere e poliuretano somigliante ad un robusto vellutino, aveva trovato prevalente impiego nell’arredamento e come rivestimento di sedili e tappezzeria per le auto di lusso. Scioneri invece la impiegò anche sulla carrozzeria esterna suscitando un certo scalpore.
Nel 1999, quando realizzai un lungo articolo dedicato alla Carrozzeria Scioneri per il mensile Auto d’Epoca, Renato Scioneri mi spiegò che la Panda interamente rivestita in Alcantare costituiva una sua forma di garbata protesta nei confronti di Fiat che ormai non lasciava più margini di manovra ai carrozzieri dediti alla elaborazione di autovetture (la specializzazione di Scioneri) invadendo il mercato con versioni sempre più numerose e personalizzate. Ai carrozzieri, secondo Renato Scioneri, non restava più spazio lavorativo ed ecco pertanto la provocatoria proposta che oggi, per la sua originalità, trova spazio in una mostra nella capitale del design oltre che in una importante collezione come quella Lopresto di cui è entrata a far parte intorno al 2020.

di Paolo Fissore

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