C’era una volta il “Gruppo missionario Tanzania”. Ora quel sodalizio che sostiene i missionari saviglianesi nel mondo compie mezzo secolo e celebra il prestigioso traguardo con una serie di iniziative.
Prima, però, un po’ di storia. Il calendario sentenzia 1973 quando Guido Operti (tuttora presidente), con alcuni amici, fonda il “Gruppo missionario Tanzania” allo scopo di aiutare padre Franco Sordella, stabilitosi nel Paese africano. Negli anni Ottanta il “giro” si allarga: entrano alcuni ragazzi delle parrocchie e il nome muta in “Gruppo missionario giovani”. Col tempo sono sempre più i missionari, le missionarie, i volontari e le volontarie laiche che vengono seguiti: crescono sia i progetti che gli aderenti al gruppo. Intanto i giovani diventano adulti e nel 2002 l’associazione diventa “Gruppo missione e sviluppo” «per ribadire l’impegno alla “missione” intesa come annuncio del Vangelo, ed allo “sviluppo”, rivolto alla promozione umana come miglioramento delle condizioni dei popoli più poveri e per un mondo più giusto» spiegano i membri. Nel 2003 il sodalizio diventa Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) ed instaura una collaborazione con una branca torinese, tuttora attiva.
Col tempo aumentano i progetti seguiti. Non mancano le difficoltà, ma nemmeno nel 2015, alla morte di padre Silvio Sordella, missionario in Etiopia, si rompe il legame con Shashemene, dove si assistono i lebbrosi e, in una “casa famiglia”, i ragazzi. Nel 2016 va in fiamme la Faraja House a Mgongo, in Tanzania; niente paura, ci si rimboccano le maniche e nel 2019, grazie all’aiuto di tanti benefattori, la “Casa della consolazione” riapre dopo la ricostruzione per tornare ad ospitare i ragazzi abbandonati. Intanto il Gms sostiene anche altre iniziative, come l’opera di alfabetizzazione portata avanti da suor Annella Gianoglio e suor Clotilde Bonavia a Buchanan, in Liberia.
Le risorse con cui si finanzia il Gms arrivano dalle offerte di amici e sostenitori, da contributi di enti, da “adozioni a distanza” di ragazzi e di famiglie in difficoltà e da “adozioni” di progetti a lungo termine. Altre fonti provengono da attività varie come i mercatini periodici in occasione di festività e ricorrenze.
Con i proventi del 5 per mille, e grazie alla collaborazione con altre realtà del territorio che prosegue tuttora, il gruppo ha sostenuto progetti in Repubblica democratica del Congo, Camerun, Costa d’Avorio, Kenya, Burkina Faso, Cambogia, Terra Santa, Liberia ed Etiopia. «Nel corso degli anni abbiamo appoggiato la realizzazione di molte opere tra le quali dispensari, acquedotti, scavi di pozzi, invio di medicinali e di materiale scolastico» dicono i volontari. Inoltre, il Gms ha appoggiato altre iniziative in Brasile, Burundi, Albania, Capo Verde, Haiti con l’aiuto di privati ed associazioni.
Per avere un’idea della mole di aiuti raccolti ed inviati in questi anni, basti sapere che negli ultimi venti (dal 2002 al 2023) il gruppo ha ricevuto fondi ed erogato fondi per quasi due milioni e mezzo di euro. Se si pensa in lire, fa un altro effetto: sono ben cinque miliardi. Mica poco.
Dunque, è ora di festeggiare. Da sabato 21 ottobre, allo Spazio Agorà (ex Confraternita di via Torino) ci saranno una mostra ed un libro (presentazione alle ore 16) sul cinquantenario. La mostra sarà aperta sabato (ore 15-20), domenica (ore 9-12 e 15-19), lunedì (ore 16-19) e martedì (ore 9-12). Le celebrazioni si chiuderanno con una messa in San Pietro, mercoledì 25 ottobre, alle 18. Ma di certo non si chiuderà l’azione del sodalizio. «Ci auguriamo di poter continuare con lo stesso entusiasmo ed impegno ad essere vicino alle realtà del Sud del mondo – dicono i volontari – ringraziando tutti coloro (e sono tantissimi) che ci hanno aiutato in quest’opera».
di Guido Martini