Prosegue la querelle riguardante il sepulchrum presbiterorum nel cimitero comunale di Murello. E prosegue il botta e risposta tra il consigliere di minoranza Andreino Minetti e il parroco don Maurilio Scavino.
Di recente, una lettera del consigliere di minoranza Minetti (la trovate pubblicata integralmente sul giornale di mercoledì 18 ottobre) dà la stura a una nuova puntata del caso che sta facendo discutere tutto il paese di Murello, che si divide tra due fazioni. Sembra quasi il soggetto di un film di Giovanni Guareschi sulle vicende tra il parroco don Camillo e il sindaco Peppone.
«Io ho fatto da portavoce facendo un’interrogazione dove il sindaco ha riferito in Consiglio comunale dando l’approvazione per la tumulazione ed il mio compito finisce qui». E rivolto al parroco: «Sta a lei dare una risposta a questi cittadini e non deve dare assolutamente nessuna spiegazione al sottoscritto – scrive Minetti –. Quanto alla mia assenza dalla chiesa murellese, non penso di doverle dare spiegazioni di dove e quando frequento la casa di Dio».
Tutto era iniziato con un’interrogazione della lista di minoranza consiliare in Consiglio comunale con la quale il consigliere Minetti, facendosi portavoce di un nutrito gruppo di murellesi, chiedeva perché nella tomba parrocchiale, situata nel cimitero comunale, fosse sepolto un non sacerdote. E se fosse vero che il parroco don Maurilio Scavino avesse ceduto il suo posto. Aveva infine ricordato come la tomba era stata fatta costruire anche con le offerte donate dai murellesi su espressa volontà dal Reverendo don Baldassarre Pochettino e che era riservata solo ed esclusivamente ai preti che avessero svolto la loro attività religiosa a Murello.
La settimana prima – tramite una lettera al nostro giornale – era arrivata la risposta del parroco don Maurilio Scavino che, sulla base del principio “Libera Chiesa in Libero Stato”, aveva chiosato: «da quando i problemi di gestione di natura ecclesiale sono oggetto dei Consigli comunali? Portate in Consiglio comunale argomenti di rilevanza civile, senza invasioni di campo, che rischiano di diventare di cattivo gusto, come il tema della mia sepoltura». Aggiungendo che, riguardo al luogo dove essere seppellito, non aveva che l’imbarazzo della scelta.
di Paolo Biancardi