Viviana, Giulia e Martina a sostegno di chi è in difficoltà

Le tre assistenti sociali prestano soccorso a grandi e piccini

L’assistente sociale è una figura professionale che interviene in situazioni di disagio attraverso opere di prevenzione e sostegno. In città ne operano due: Viviana Peccini e Giulia Di Pinto; con loro anche c’è Martina Boe, che sostituisce per un po’ Giuliana, in maternità. Tutti i loro interventi partono da una valutazione delle situazioni prese in carico, al fine di individuare i bisogni portati dalle persone. I progetti di sostegno prevedono il coinvolgimento di altre figure professionali quali assistenti domiciliari ed educatori professionali; in alcune situazioni è prevista anche la collaborazione con le risorse presenti sul territorio i tra cui Caritas, Croce Rossa ed altri enti come il Comune, la scuola e i servizi dell’Asl (neuropsichiatria, psichiatria, il servizio per le tossicodipendenze).
Di cosa si occupa l’assistente sociale?
Delle persone che si trovano in difficoltà a causa di problematiche sanitarie, economiche, relazionali o di gestione della quotidianità, attraverso l’attivazione di progetti di sostegno che prevedono interventi di vario genere a seconda del bisogno o della problematica. In particolare, sono attivati interventi di tipo economico, di sostegno a domicilio al fine di permettere la permanenza della persona con una ridotta autonomia presso la propria abitazione, sostegno educativo individuale e di gruppo per minori e famiglie in difficoltà. Inoltre ci sono inserimenti presso strutture residenziali per coloro che non possono più rimanere al proprio domicilio.

I vostri utenti chi sono?
Adulti, anziani, minori, sia normodotati che disabili, e nuclei familiari fragili.

Rispetto ad anni fa, sono cambiate le vulnerabilità delle persone?
Possiamo dire che sono aumentati i casi di separazioni altamente e gravemente conflittuali, pertanto assistiamo ad una maggiore complessità delle situazioni che ci troviamo a dover affrontare per una più elevata concomitanza di problematiche coesistenti. È quindi necessario un lavoro di rete fra servizi formali ed informali al fine di definire progetti di sostegno integrati, volti ad affrontare i vari aspetti della complessità per migliorare il benessere delle persone.

di Viviana Cappelli

L’INTERVISTA COMPLETA ALL’INTERNO DEL GIORNALE.

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