Perché nella tomba parrocchiale – sepulchrum presbiterorum – situata nel cimitero comunale è sepolto un non sacerdote? È vero che il parroco don Maurilio Scavino ha ceduto il suo posto?
Queste le domande che il consigliere di minoranza Andreino Minetti aveva rivolto all’amministrazione comunale con una propria interrogazione che era stata discussa nell’ultimo Consiglio comunale di mercoledì 27 settembre. Anche perché, come aveva ricordato il consigliere Minetti, «la tomba era stata fatta costruire anche con le offerte donate dai murellesi su espressa volontà dal Reverendo don Baldassarre Pochettino e che era riservata solo ed esclusivamente ai preti che avessero svolto la loro attività religiosa a Murello».
Dopo la risposta “istituzionale”, ora a rispondere ai murellesi è lo stesso parroco don Maurilio Scavino (la sua lettera è pubblicata integralmente a pagina 30 all’interno del giornale). «Sono venuto a conoscenza della preoccupazione del consigliere di minoranza Minetti riguardo la sua preoccupazione che la mia persona possa non trovare adeguata sistemazione il giorno della mia sepoltura. Mi lusinga tanta attenzione!» scrive don Maurilio. Aggiungendo che nella tomba murellese di proprietà dell’ente giuridico parrocchia ci sono ancora diversi posti e che un numero maggiore di posti vuoti sono presenti nella tomba di Racconigi di cui è anche parroco. «Ah, dimenticavo – glissa ancora don Maurilio – la mia famiglia di origine ha una tomba di famiglia. Insomma, non ho che l’imbarazzo della scelta».
E dopo aver ricordato che in Italia vige il principio “Libera Chiesa in Libero Stato” punzecchia la minoranza chiedendosi: «da quando i problemi di gestione di natura ecclesiale sono oggetto dei Consigli comunali? Portate in Consiglio comunale argomenti di rilevanza civile, senza invasioni di campo, che rischiano di diventare di cattivo gusto, come il tema della mia sepoltura».
La frase di Camillo Benso conte di Cavour metterà la fine – o meglio la pietra tombale visto il caso – sull’argomento?
di Paolo Biancardi