Avventura in bici in Norvegia per i due ex colleghi

Una cicloescursione memorabile per i due affiatatissimi amici

Silvano Parlanti e Dario Chiaramello in Norvegia
Silvano Parlanti e Dario Chiaramello in Norvegia

Un’esperienza che può cambiare la vita, un nuovo punto di vista che rischiara la mente e conforta l’animo, lontano dal caos quotidiano. È stato così per Silvano Parlanti e Dario Chiaramello che, lunedì 19 giugno, sono partiti alla volta della Norvegia, viaggiando per 1.200 km semplicemente su una bicicletta, “armati” di tutto punto. Dopo aver raggiunto Bodø in aereo, i due amici ed ex colleghi di lavoro in municipio hanno prima visitato Capo Nord per poi recarsi sulle splendide Isole Lofoten (famose per l’aurora boreale in inverno e per il sole di mezzanotte in estate). Nel viaggio Silvano ha portato anche la maglietta di “Lollo” Cardone, il simpatico “Ambasciatore del saluto” saviglianese.

Uno scorcio scandinavo

Come è stata questa “fuga norvegese”?
Silvano: «Sono già stato a Capo Nord, esattamente dieci anni fa. Questa volta ci tenevo a passare per le Lofoten e ammirare i loro splendidi paesaggi: il viaggio è nato per la passione e l’amore per i paesaggi scandinavi. Se il clima ci è venuto incontro, non è stato comunque semplice affrontare 12mila metri di dislivello».
Dario: «Nel 2021 avevamo già viaggiato insieme a Roma, lungo la via Francigena: vivere assieme non è facile, è un’esperienza faticosa e serve grande affiatamento. Occorre una preparazione atletica non indifferente, tende e borse pesano, ma abbiamo potuto approfittare di letti e piastre per cucinare nelle casette dei camping: arrivando a ore decenti siamo riusciti a utilizzare tutto il materiale, anche se un paio di volte siamo arrivati al pelo, visto che i posti sono limitati e c’è un campeggio ogni 50 chilometri».

Come ci si prepara a un viaggio del genere e cosa vi ha lasciato?
S: «Sapevo già com’era la compagnia, quindi il viaggio è stato preparato più facilmente. L’affiatamento è indispensabile; i nervi sono a fior di pelle perché pioggia e vento sono costanti, i problemi devono essere risolti insieme. Cosa comanda è la testa: le gambe sono allenate e preparate, ma è la mente che ti fa arrivare al traguardo. Il panorama, però, ti toglie problemi, ti rasserena».
D: «A livello fisico lascia tanto, perché non è una passeggiata (abbiamo anche percorso 40 km di gallerie, di cui tre sottomarine) ma ho trovato libertà mentale, riuscendo a staccare la spina per tre settimane (siamo ritornati a Savigliano il 7 luglio). A viaggio finito non vedevamo l’ora di tornare, ma fa parte del gioco».

LA DOPPIA INTERVISTA COMPLETA ALL’INTERNO DEL GIORNALE.

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