Viaggio nei… bidoni dell’umido

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Nella nostra città, la raccolta dei rifiuti organici viene fatta bene? La pulce nell’orecchio ce l’ha messa la professoressa Serenella Iovino, docente universitaria saviglianese, che nei giorni scorsi ha scritto alla Giunta Soave e al nostro giornale una lettera su questo problema (la trovate a pag. 22).
Sprezzanti del pericolo siamo andati a verificare (sì, pericolo: in primo luogo di essere presi per pazzi. Chi va a scoperchiare i cassonetti e a fotografare ciò che c’è dentro? E, secondo aspetto non marginale, senza maschera “antigas”?). Abbiamo scelto dieci cassonetti, assolutamente a caso, con l’unico criterio che fossero dislocati in diverse zone della città: li abbiamo aperti e abbiamo guardato cosa c’era dentro. Lo abbiamo fatto venerdì scorso, nel primo pomeriggio: siamo stati in piazza d’Armi, alla rotonda della piscina, alla Consolata, in via Giolitti, in via Raviagna, in via Torino vicino al cimitero, in via San Giacomo, in via Gramsci, in via Galimberti e in strada Suniglia. Risultato? I rifiuti gettati nell’apposito cassonetto marrone sono sostanzialmente quelli giusti, ma la maggior parte delle persone li butta avvolti in sacchetti sbagliati.

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