St. Gobain, futuro incerto per ventisette

Oltre cento lavoratori hanno partecipato, venerdì scorso, all’assemblea indetta presso lo stabilimento Sekurit-Saint Gobain di via Saluzzo. In tale occasione, i sindacalisti Mario Cravero (Filcem-Cgil), Renato Fantini (Femca-Cisl) e Gianni Arnaudo (Uilcem-Uil) hanno presentato il quadro della situazione della fabbrica che produce vetri per auto.
I primi esuberi erano stati dichiarati nel 2004, ma fu nel 2009 che i lavoratori si impegnarono nella lotta per scongiurare le voci di chiusura dello stabilimento saviglianese. Le trattative andarono avanti sia in sede locale che a Roma, al Ministero. I lavoratori, invece, puntarono decisamente su Parigi, con una manifestazione “storica”. Davanti ai cancelli della fabbrica di via Saluzzo fu organizzato anche un presidio permanente, dove politici (venne persino Sergio Cofferati) ed amministratori locali si unirono ai lavoratori nella causa comune, volta al mantenimento dei posti di lavoro. Dopo mesi di trattative, venne deciso di non chiudere e di mantenere la produzione dei parabrezza. Degli oltre 200 dipendenti, si “salvarono” in cento.
Dalla primavera di quest’anno sono stati richiamati 44 lavoratori, ma ne rimangono ancora 27 in esubero. Di questi ultimi, 9 non hanno accettato gli incentivi per la messa in mobilità e l’uscita dal lavoro. Ad inizio agosto, tutti i 27 lavoratori in esubero perderanno il posto. «Durante un incontro svoltosi martedì 19 luglio – hanno riferito i sindacati – abbiamo chiesto l’applicazione del contratto di solidarietà, ma l’azienda ha rifiutato categoricamente. Una soluzione che peraltro non costerebbe nulla all’azienda, visto che interverrebbero, economicamente, sostegni istituzionali. Stiamo studiando iniziative che smuovano la rigidità fino ad ora dimostrata dall’azienda».
I sindacati auspicano, inoltre, di avere ancora una volta le istituzioni vicine e partecipi a sostenere la proposta sindacale.

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