Ospedale: forse le Asl rimarranno separate

È fissato per martedì 29 marzo l’incontro tra l’assessore regionale alla Sanità Caterina Ferrero ed i rappresentanti della nostra città per discutere sulla proposta di nuovo Piano socio sanitario presentata dalla Regione guidata dal leghista Roberto Cota. Una riforma per ora solo annunciata, ma che dovrebbe prevedere l’accorpamento di tutti gli ospedali della Granda in un’unica azienda ospedaliera (Aso), staccata da una maxi Asl, che unirebbe le due attuali presenti in provincia, con il compito di gestire i servizi sul territorio (medici, veterinari, ambulatori, ecc.).
Per capire che ruolo avrebbe Savigliano in tale riorganizzazione, e per scongiurare temuti declassamenti del Santissima Annunziata, il sindaco Sergio Soave sta consultando tutti i rappresentanti cittadini che hanno a cuore il futuro dell’ospedale. Dopo i primi due incontri con ex primari e primari, lunedì sera, in municipio, è stata la volta dei politici.
Al tavolo, tre consiglieri regionali: Mino Taricco del Pd, Francesco Toselli del Pdl e Giovanni Negro dell’Udc.
Da Toselli è arrivata la novità più interessante, ovvero che «nessuna decisione è stata ancora presa. L’assessore Ferrero – ha detto il politico cavallermaggiorese – si è detta disponibile a valutare la possibilità di mantenere le due Asl attuali», ovvero la nostra (Cuneo, Mondovì, Savigliano, Saluzzo e Fossano) e la Alba-Bra. L’accorpamento con quest’ultima – è stato più volte sottolineato durante le riunioni indette da Soave – è ciò che preoccupa di più, perché a Verduno si sta costruendo un nuovo ospedale e molte risorse in arrivo da Torino finirebbero dirottate per forza di cose tra i vigneti di Langa. Per fortuna, anche gli albesi sembrano non volerne sapere dell’unificazione e l’apertura al dialogo dell’assessore Ferrero dovrebbe avere più di un sostenitore.
Taricco, Negro e Toselli si sono detti favorevoli a creare una sorta di lobby tra i consiglieri regionali della provincia, per capire quale sia la soluzione «di buon senso» per l’intera sanità della Granda, cercando di mettere da parte – non sarà facile – i rispettivi campanilismi. Un obiettivo condiviso anche dal consigliere provinciale Giulio Ambroggio, che ha fatto un breve intervento.
Dai primari presenti in sala è arrivata ancora una volta la richiesta di risorse ed investimenti per difendere le professionalità presenti e risolvere i problemi pratici più pressanti. Una secca condanna è stata emessa nei confronti dei tagli “a pioggia” sul comparto sanitario, che «danneggiano anche chi lavora bene». In particolare, Toselli (consigliere regionale di maggioranza) è stato pressato perché “spinga” a Torino la nomina dei due primari attualmente mancanti (Chirurgia ed Urologia). «Mi auguro che per l’estate vi si ponga rimedio» è stata la risposta. «La sanità nella Granda è stata appena riformata tre anni fa e non ha un euro di debito – ha rimarcato Taricco –; quindi, diciamo no a tagli uguali per tutti». «Si taglino gli sprechi laddove si sfora – ha chiosato il sindaco Soave – e non dove si è virtuosi». Ancora una volta il primo cittadino, che aveva sempre parlato di voler costruire una “linea del Piave” per difendere il nostro ospedale, ha concluso con una metafora guerresca: «Dobbiamo formare una “task-force” provinciale per far valere le nostre ragioni a Torino». Ma – visti gli spiragli lasciati dall’assessore Ferrero – sempre di più la partita si sposta sullo scacchiere diplomatico.

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