Giorni decisivi per la Monetti

RACCONIGI. Giorni decisivi per la Monetti. Giovedì 8 luglio, alle ore 17, è in programma un incontro del Tavolo di crisi nella sala consiliare del Comune. Interverranno, con i sindacalisti ed i membri della RSU, l’assessore provinciale al Lavoro Blengini, i sindaci di Racconigi e Monasterolo di Savigliano, Tosello e Cavaglià, con i loro assessori e, si spera, i dirigenti della ditta.
«L’assessore Blengini ci ha confermato di aver convocato l’azienda – afferma il sindacalista Cisl Renato Fantini –: dai suoi responsabili ci attendiamo di conoscere la situazione reale e quali siano i suoi programmi».
Secondo voci ricorrenti, sempre giovedì è inoltre anche in programma un’udienza presso il Tribunale di Saluzzo per discutere l’istanza di fallimento presentata da alcune ditte creditrici.
All’interno dell’azienda, intanto, si è ripreso a lavorare. I dipendenti sono rientrati lunedì dalla Cassa integrazione e la produzione procede a pieno regime sia nel reparto termax che in quello vassoi. Fino a quando ci saranno materie prime.
Nello stabilimento di Monasterolo lunedì si è tenuta un’assemblea sindacale, cui sono intervenuti gli avvocati Alerino di Savigliano per la Cisl e Pignatta per la Cgil. In questa sede sono emersi fatti nuovi. In primo luogo una telefonata fatta venerdì scorso dal commercialista della Monetti, Sola, alle segreterie sindacali per comunicare che la proprietà aveva prefissato un piano di rientro dei lavoratori accompagnato dal pagamento delle mensilità arretrate. Nella fattispecie il mese di marzo avrebbe dovuto essere pagato già lunedì, quello di aprile in settimana.
Alla luce di queste dichiarazioni i lavoratori hanno deciso di temporeggiare ancora qualche giorno prima di prendere qualsivoglia iniziativa.
«Al tavolo di crisi verificheremo se le mensilità promesse saranno state pagate – puntualizza Fantini –: sarebbe già un segnale positivo. E valuteremo anche il piano che l’azienda vorrà proporci per rientrare dai ritardi. La Monetti ci ha informati in via indiretta che la proprietà ha deciso di mettere un po’ di soldi: essendo sfumata l’ipotesi del nuovo socio, sarebbe intenzionata a procedere all’aumento di capitale già deliberato e poi mai attuata».

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