L’acrobata del furto è finito in manette

Un ladro agile e atletico. Un “acrobata” che ripuliva villette e negozi è stato arrestato nei giorni scorsi a Torino dai Carabinieri del Nucleo radiomobile di Saluzzo. Si tratta di E. X., 29 anni, albanese latitante. Era già stato condannato per casi analoghi a 3 anni di reclusione. Ora è rinchiuso nel carcere torinese delle Vallette.
Secondo i militari, sarebbe il responsabile di numerosi furti in case isolate, appartamenti ed esercizi commerciali, sempre di notte. «Solo negli ultimi giorni abbiamo ricostruito 8 episodi – spiega il capitano dei Carabinieri di Saluzzo, Roberto Costanzo – per un valore della refurtiva di oltre 5 mila euro».
La sua base era Torino. Cambiava spesso covo, ma ultimamente si era stabilito da una romena di cui si era invaghito. Dal capoluogo regionale colpiva in tutto il Piemonte, «in un raggio d’azione – precisano i vertici dell’Arma – di circa 200 chilometri». Furti, infatti, sono stati segnalati nel Cuneese, nel Canavese, in provincia di Biella ed Alessandria.
La “firma” del ladro era il suo modus operandi: prendeva di mira infissi in legno e li bucava con un “succhiello”, un arnese utilizzato per fare fori. Poi, faceva saltare la serratura ed entrava. Nella maggior parte dei casi gli inquilini, ignari, dormivano. All’interno, la banda arraffava di tutto: apparecchi elettronici, gioielli, orologi, biancheria per la casa, chiavi delle automobili con cui poi scappavano.
A casa della donna romena è stata sequestrata parte della refurtiva e gli attrezzi necessari per gli scassi.
Le indagini erano partite dal Saluzzese alla fine di ottobre. I Carabinieri avevano sorpreso una banda di ladri all’opera in alcuni appartamenti di Paesana. I malviventi erano riusciti a fuggire prima su vetture rubate.
Il lavoro investigativo si era poi sviluppato con il supporto dei Carabinieri della compagnia di Savigliano, dove gli inquirenti ritengono che il gruppo di ladri abbia operato a più riprese. «Questo arresto – ha chiarito il comandante saviglianese, capitano Marco Campaldini – è un segnale positivo perchè nella nostra città e nei dintorni il ripetersi di furti preoccupava la popolazione».
L’albanese, dunque, non agiva solo. A fine ottobre, a Paesana, i malviventi erano almeno cinque ed erano fuggiti separandosi in due “squadre”. «L’operazione non è conclusa – ha precisato infatti Campaldini – l’uomo ha dei complici e pensiamo che alcuni episodi successi nel Saviglianese possano essere ricondotti alla sua banda».

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