«Una politica poco attenta alle esigenze del nostro settore». È questo, in sintesi, il giudizio che l’Associazione Commercianti di Savigliano è costretta a dare, con riferimento ai provvedimenti recentemente emanati dal Comune, fra traffico (il caso di via Garibaldi), le domeniche di apertura dei negozi (aumentate rispetto al 2008) ed il permesso all’ipermercato Leclerc di farsi il suo distributore di benzina.
«Mentre alla grande distribuzione vengono concesse ulteriori opportunità, attraverso l’incremento delle aperture domenicali e la possibilità di insediare impianti per la distribuzione di carburanti sulle proprie aree di parcheggio – afferma Pietro Rubiolo, presidente dell’Ascom – al commercio tradizionale viene addirittura negato il diritto di usufruire di un’adeguata viabilità. La chiusura di via Garibaldi, una decisione sbagliata e purtuttavia imposta dall’amministrazione comunale, rappresenta sicuramente un esempio del diverso trattamento che viene riservato al settore in cui operano i piccoli e medi negozianti».
Com’è noto, la decisione di aumentare le aperture domenicali, nonché quella di consentire l’insediamento degli impianti di carburanti nella aree di pertinenza dei supermercati, sono state prese in esito ad un lungo ed acceso dibattito. Queste misure, dopo essere state discusse in Consiglio comunale, sono state approvate con il dissenso o, comunque, con l’astensione di gran parte della minoranza.
«Se è vero, come è vero, che la Regione Piemonte intende abrogare la contestatissima normativa sui riconoscimenti turistici – si domanda Mauro Arduino, vicedirettore dell’Ascom – perché il Comune di Savigliano si ostina a portare avanti la politica delle aperture domenicali, cioè quella che risponde agli interessi della grossa distribuzione? Nei provvedimenti recentemente emanati dal Comune di Savigliano, compresa la modifica delle regole di comportamento per l’insediamento degli impianti di carburanti, si scorge una tendenza certamente non favorevole per il settore a cui appartiene il commercio tradizionale. È evidente – conclude Arduino – che tutto ciò provochi un esteso quanto giustificato malcontento tra i piccoli e medi operatori commerciali, i quali si sentono puntualmente penalizzati dalle scelte che vengono compiute dall’amministrazione comunale».