Tempesta nel mondo agricolo

«Se il decreto non verrà emendato faremo sentire la nostra voce: d’accordo con le altre organizzazioni agricole, organizzeremo un presidio permanente in un’area vicina all’aeroporto di Caselle, così avremo modo di spiegare ai politici e alla gente comune le legittime ragioni del nostro dissenso». Alle parole del presidente della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino, gli allevatori dell’Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo, convocati lo scorso 11 febbraio a Savigliano dall’organizzazione agricola per discutere del decreto legge sulle quote latte, hanno dimostrato un consenso unanime.
Serpeggiavano malumore e malcontento tra gli allevatori associati accorsi in massa alla serata, quando Cumino ha spiegato ai presenti i contenuti del decreto che ha avviato il suo iter parlamentare di conversione. Al tavolo dei relatori, oltre a Cumino, è intervenuto anche il direttore di Confagricoltura Cuneo, il racconigese Roberto Abellonio, che ha voluto chiarire le motivazioni che hanno indotto a convocare la riunione.
Sono essenzialmente quattro i punti che, a parere dell’organizzazione agricola, devono essere emendati: innanzitutto – e questa è un’istanza fortemente sostenuta dagli allevatori – si chiede che venga distribuito agli splafonatori non più del 100% della quota detenuta; inoltre, si ritiene indispensabile la rinuncia definitiva e preventiva a qualsiasi tipo di contenzioso in atto da parte delle aziende che intendano accedere alle nuove quote. Quindi, secondo l’organizzazione degli imprenditori agricoli, è necessario che il testo specifichi che la rateizzazione del prelievo dovuto, ma non ancora versato, per gli esuberi produttivi realizzati nelle campagne passate, debba precedere l’assegnazione delle stesse quote, così come il decreto deve prevedere che, all’atto della richiesta di rateizzazione, il potenziale beneficiario corrisponda una somma correlata all’entità del suo debito. Ultimo punto nodale per Confagricoltura è che il previsto fondo di intervento, non implementabile dalle multe versate, ma adeguatamente finanziato in modo da poter garantire un congruo indennizzo a coloro che hanno acquistato quote in questi anni, debba essere riservato esclusivamente alle imprese lattiere che hanno investito nell’acquisto delle quote. Secondo l’organizzazione degli imprenditori agricoli cuneesi tali modifiche sono irrinunciabili.
«C’è poi un aspetto, per nulla marginale, che dobbiamo monitorare – ha concluso Cumino –: in una situazione del mercato del latte già complessa è necessario impedire che si verifichino incrementi produttivi, i quali potrebbero danneggiare ulteriormente gli allevatori». �

Exit mobile version