Quattro ore di sciopero, venerdì scorso, all’Alstom Ferroviaria di via Ottavio Moreno. Di fronte ai cancelli della fabbrica, dove i sindacati avevano organizzato un presidio, ci sono stati duri momenti di confronto, ma nessun tafferuglio. Fin dalle 6 del mattino, infatti, un notevole spiegamento di forze dell’ordine ha controllato la situazione.
Allo sciopero, proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, ha aderito il Fismic ma non vi hanno preso parte gli iscritti all’Anqui, il sindacato di dirigenti e quadri. «Condividiamo i motivi della protesta – hanno detto in un comunicato – ma ci dissociamo dal metodo. Non tutta la rappresentanza sindacale unitaria era concorde a proclamare uno sciopero con presidio ai cancelli».
Non sono mancate le discussioni tra chi voleva entrare in fabbrica, soprattutto dirigenti, e gli operai all’esterno, che hanno eretto un muro invalicabile. L’unica “breccia” è stata aperta dal direttore dello stabilimento, Marco Pasini, entrato verso le 10 con due colleghi. Poi, il presidio è durato ancora per un’ora. Alle 11, sono entrate circa 150 persone.
Soddisfazione tra i promotori dell’agitazione, che parlano solo di una decina di persone entrate in azienda (alcune delle quali addirittura alle 3.30 del mattino!). Secondo fonti sindacali, anche gli impiegati avrebbero aderito in modo considerevole alla protesta.
I tre segretari provinciali delle sigle sindacali promotrici – Alfio Arcidiacono della Fiom, Giorgio Ciravegna della Fim e Bruno Gosmar della Uilm – hanno ribadito con forza i motivi della protesta: il mancato rispetto degli accordi sulla cassa integrazione e sulla gestione del periodo di calo di lavoro. Questi punti sono stati affrontati di nuovo martedì, quando un gruppo di dirigenti di Alstom Transport è arrivato a Savigliano per incontrare funzionari locali e sindacati. Giovedì a Cuneo, in Provincia, si riunirà un tavolo per discutere l’attuale situazione dell’azienda metalmeccanica saviglianese.⌐