Vaccini contro il “papilloma”

Ragazze, è l’ora della puntura. Parte anche nel territorio dell’Asl Cuneo Uno, il 17 novembre, la campagna di vaccinazione contro il papillomavirus, agente responsabile del carcinoma della cervice uterina.
Nel 2008 – con una lettera inviata alle famiglie – saranno chiamate le ragazze che hanno compiuto gli undici anni, oltre a quelle nate nel 1993: circa 4 mila in tutto per 12.000 dosi di vaccino somministrate in base ad un calendario semestrale. Nel 2009 saranno convocate le nate negli anni 1994 e 1998, nel 2010 quelle del 1995 e 1999, l’anno successivo le leve del 1996 e del 2000; a regime, dal 2012, le undicenni. Costo del vaccino: 63 euro a dose (il Lazio, che ha iniziato prima, ha speso 105 euro, mentre il prezzo commerciale di ciascuna dose è di 150 euro).
La campagna è stata presentata giovedì scorso a Cuneo, presso la sede legale della nostra Asl, alla presenza delle massime autorità sanitarie: il direttore sanitario Corrado Bedogni, il direttore del dipartimento di Prevenzione Giovanni Comino, il responsabile medico Unità valutazione e organizzazione screening per le Asl CN1 e CN2 Lorenzo Orione ed i tre direttori dei Servizi Igiene, Domenico Montù per Savigliano, Angelo Pellegrino per l’ambito di Cuneo e Giuseppina Rizzo di Mondovì.
«La strategia della Regione Piemonte – ha detto Montù, che a livello centrale fa parte della commissione vaccini – è di estendere la vaccinazione alle quindicenni, perché è fondamentale, per garantire l’efficacia del vaccino, intervenire prima dell’inizio dei rapporti sessuali». Dai 16 anni in poi, saranno i ginecologi a valutare le singole situazioni e consigliare la vaccinazione o lo screening.
L’attività di screening non verrà meno. Orione e Bedogni hanno dichiarato: «Vi sono ancora 1.100 casi di morti all’anno, in Italia, per tumore all’utero e ciò giustifica una strategia integrata di prevenzione primaria e secondaria. L’integrazione è fondamentale per vincere la sfida che la Sanità pubblica mette in campo con questa scelta».
Il vaccino – che sarà praticato con una semplice puntura al braccio – offre una copertura del 70%; un altro 30% è dato da altri virus. «L’immunità si valuta nel tempo» spiegano gli specialisti. In merito alla sicurezza interviene Pellegrino: «Da un anno e mezzo negli Stati Uniti sono state somministrate 5 milioni di dosi (con 1,7 milioni di ragazze interessate) e non  sono stati registrati allarmismi». Oggi il vaccino è il farmaco più sicuro che vi sia in commercio: «Con la tecnica della ricombinazione – spiega Giuseppina Rizzo del Sisp di Mondovì – introdotta con il vaccino contro l’epatite B, si esclude la trasmissibilità di qualsiasi forma infettiva». Prima della vaccinazione, come d’abitudine, il medico effettuerà un’attenta anamnesi, che aiuta nella valutazione di eventuali rischi legati alla storia personale del paziente.

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