«Prendiamoci tutti le impronte digitali!»

C’era anche uno “stand-provocazione” in piazza del Popolo in occasione della Festa “Hola Paraguay”.
Le giornate di venerdì 18 e di domenica 20 luglio sono state dedicate a far conoscere uno dei Paesi meno noti dell’America latina, ma non per questo meno interessante. Grazie al Centro servizi per il volontariato di Cuneo, all’assessorato all’Informagiovani, all’associazione di volontariato “La Torre” di Caramagna ed alla collaborazione con l’associazione Voci Erranti, due gruppi musicali hanno allietato le serate estive. Venerdì si è esibito lo storico gruppo occitano dei Lou Dalfin, mentre domenica è stata la volta della Kachupa Folk Band: entrambi hanno coinvolto il pubblico con le loro musiche popolari.
Nel contesto è stato anche allestito uno stand dove c’era la possibilità di farsi stampare, su una spilla, il “timbro digitale”. «L’idea della spilla con l’impronta digitale – hanno spiegato gli organizzatori – è nata per esprimere dissenso verso le ultime iniziative del Governo sull’immigrazione e sulle dichiarazioni di Maroni che vorrebbe prendere le impronte ai Rom. Chi lo ritiene, da ora in poi potrà esporre all’occhiello la propria indignazione». Alcuni dei presenti, tra cui il presidente del Consiglio comunale Sergio Mondino ed il consigliere Alberto Mana, hanno pigiato i polpastrelli sul tampone intriso di inchiostro nero per rilevare le loro impronte digitali in segno di protesta contro il Decreto sicurezza.
Di fianco allo “stand-provocazione” alcuni esponenti del circolo Salvador Allende hanno anche predisposto una raccolta firme per una petizione da inviare all’amministrazione cittadina in cui si chiede lo smantellamento dell’impianto di videosorveglianza in città. Inoltre, c’era anche la possibilità di sottoscrivere una proposta di legge avanzata da Sinistra Critica che prevede l’istituzione di un salario minimo intercategoriale di 1.300 euro ed il ripristino della scala mobile.
Le due serate dedicate al Paraguay sono state un mix di musica e politica. Infatti, alcuni cittadini hanno potuto immedesimarsi per un momento, tra un ballo e l’altro, negli emigranti.

Dino Pagliero

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