Notte di paura, la città sott’acqua

Venerdì scorso, la nostra città e le campagne circostanti sono finite con i piedi a mollo. Il Mellea ha rotto gli argini nel centro abitato – in borgo Marene, borgo Pieve e via Suniglia – mentre il Maira in campagna, nella zona tra la Sanità e Solerette.
Per fortuna, non si contano né morti, né feriti. I danni, però, sono ingenti. Molte ditte sono state allagate (particolarmente colpita l’area di via Alba), molte persone hanno buttato via automobili, elettrodomestici, mobilia… si è cercato di salvare il salvabile. Nelle campagne si contano i danni alle colture. Le varie associazioni di categoria, insieme al Comune, hanno già deciso di chiedere finanziamenti per la calamità.
Dopo l’acqua, fin da venerdì sono piovute le polemiche: «Nessuno ci ha avvisati del pericolo imminente» lamentano i cittadini finiti a mollo.
Nei giorni seguenti, la città si è rialzata grazie all’impegno di tanti volenterosi, dagli addetti all’emergenza (forze dell’ordine, Protezione civile, Vigili del fuoco…) alle persone che sono andate, di loro spontanea volontà, a dare una mano ad amici e parenti. Si è vista quella rete solidale che sembrava ormai persa nella nostra società e che invece, fortunatamente, è ancora viva.
Ovviamente impazza anche la polemica sull’arginatura dei fiumi. Dopo la piena, in molti asseriscono che i lavori sul Maira sono stati utili a contenere l’ondata. Ma non bastano. Quello che tutta la città chiede ora a gran voce sono le nuove sponde sul Mellea: gli abitanti delle zone colpite non possono più aspettare. �

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