Dopo il bel bilancio della 1ª edizione, Pathos Festival tornerà anche nel 2026

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Sono state consegnate all’Università di Torino e alla Fondazione Lateral le risposte raccolte tra i giovani nel corso di Pathos Festival, la manifestazione dedicata alle emozioni tenutasi a fine settembre.
Un primo bilancio è stato fatto giovedì scorso all’Università, alla presenza del professor Federico Zamengo, del presidente della Fondazione Lateral Martino Grindatto e dell’assessore alle politiche giovanili Filippo Mulassano.
Al suo debutto, l’evento ha coinvolto i principali luoghi culturali cittadini. Sono state poste – per scritto e online – alcune riflessioni e domande ai partecipanti. Per esempio: “Cosa diresti al te stesso bambino?”, “Cosa ti fa paura del futuro?”, “Cosa non riesci a dire?”. Ben 212 cartoline sono state scritte e imbucate, 320 persone hanno risposto alle domande attraverso i “qr-code” sparsi per la città e sui canali social, 130 volti sono entrati nell’esperimento dei ritratti analogici. In tantissimi, poi, hanno contribuito a colorare il “Murale delle emozioni”, ed i manifesti bianchi lasciati in giro sono stati riempiti: pensieri, emozioni, battute, giochi di parole.
«Il pubblico non è̀ stato fermo – conferma l’assessore alle manifestazioni Filippo Mulassano – ha partecipato, interagito, lasciato un segno. Abbiamo voluto creare un’esperienza collettiva, in cui le emozioni sono diventate cultura condivisa. Abbiamo posto delle domande perché l’evento è nato dal dialogo. Sono stati posti quesiti semplici, ma diretti. Domande che non richiedevano “la risposta giusta”, ma quella personale».
Quelle risposte ora sono state consegnate ufficialmente all’Università di Torino, sede di Savigliano, e alla Fondazione Lateral, nata recentemente proprio «per stare accanto ai giovani» e supportarli. Verranno analizzate per capire meglio cosa vivano davvero i giovani, quali siano le loro preoccupazioni, cosa si aspettino dal futuro e quali percorsi o iniziative possano aiutarli concretamente. Il risultato sarà reso noto tramite una pubblicazione o un incontro pubblico (si sta ancora valutando il metodo migliore) e quanto scaturito potrà essere utile alla Fondazione Lateral per i suoi progetti con i giovani che, come ha ricordato Grindatto, «vuole aiutare ragazzi e ragazze ad affrontare la complessità di oggi, fornendo strumenti più che risposte». Lateral collabora già con tante realtà locali, come la scuola e l’Università. Le prossime iniziative con l’Ateneo saviglianese saranno delle borse di studio.
Dal canto suo, l’Università si sta man mano aprendo al territorio. «La prima proposta – ha ricordato Zamengo – è stata la “Notte dei ricercatori”, che nel tempo a Savigliano ha coinvolto sempre più persone: da 10 classi il primo anno a ben 46 (circa mille studenti) nell’ultima edizione. Non siamo in una “torre d’avorio” e la partecipazione ad eventi come Pathos si inserisce proprio in questo programma di vicinanza al territorio».
La certezza è che Pathos ritornerà presto. «L’evento è annuale» ha rivelato Mulassano.
di Guido Martini
