Addio a Giorgio Trucco, grande imprenditore tessile: il ricordo

Dino Allocco ne rimembra le gesta e la figura
17 Dic 2025   

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Lo scorso 11 dicembre, nella chiesa di San Giovanni è stato dato l’ultimo saluto all’imprenditore Giorgio Trucco, di 93 anni. Lo ricorda Dino Allocco.

«Ne è valsa la pena». Sono parole che Giorgio Trucco ripeteva quando, nelle amabili conversazioni che gli erano care, il discorso volgeva sulle “cose serie” entrate nella sua vita piena di intuizioni e di intraprendenza.

Giorgino, come familiarmente lo chiamavano i tanti amici, era il minore, con la gemella Maria Teresa, della famiglia Trucco ed ha acquisito in preziosa dote da papà Agostino spirito imprenditoriale e capacità decisionali e dalla mamma Laura Valinotti dolcezza e sensibilità. La sua famiglia ha sempre dimostrato una saviglianesità particolare. Dal fratello Beppe, avvocato molto noto sempre vicino ai problemi delle persone bisognose di aiuto, a Piero, titolare di un rinomato negozio di abbigliamento, alla sorella Enrichetta, contitolare della farmacia Albertini, alla sorella Maria Teresa; tutti hanno amato tanto Savigliano.

Giorgio, proprietario del terrazzino sotto la Torre civica, volle donare questa bella vista su piazza Santarosa alla sua città che ha portato sempre nel cuore. Dopo gli studi, affiancò il fratello nel negozio proprio in quella piazza, ma ben presto decise di orientare i suoi interessi verso il mondo imprenditoriale. L’opportunità si presentò quando nel 1952 rilevò un piccolo laboratorio di pigiameria e, in via Chianoc, dette inizio ad un’avventura industriale che negli anni si fece conoscere a livello nazionale. In quegli anni i pigiami erano prodotti per lo più in tessuto “popeline”, tinta unita, massimo con qualche riga, colore azzurro per gli uomini e rosa per le donne. Giorgio ebbe un’intuizione straordinaria e propose l’innovativo e moderno concept dei pigiami in maglia, colori e disegni assortiti. Il successo fu immediato. Venne presto supportato nella creatività dalla moglie Giovanna che entrò in azienda ed assunse la responsabilità della progettazione e dello stile, dando un notevole impulso all’attività grazie al suo buon gusto.

L’azienda, nata come CiTi Trucco, si impose sul mercato affiancando marchi illustri e di gran nome nel campo della pigiameria come Irge. Inizialmente Giorgio seguiva personalmente ogni fase aziendale, dalla produzione alla vendita, ed amava raccontare questo episodio: «Un giorno, dopo aver raccolto da un importante cliente un ordine che mi sembrava spropositato, dovetti fare una sosta, prima di ritornare a Savigliano, per verificare che tutto fosse reale e mi preoccupai non poco della possibilità di poter produrre una tal quantità di pigiami».

La sua forza fu anche una innata spontaneità, il sorriso buono e rassicurante che lo resero, per la clientela, amico prima ancora che fornitore di fiducia. L’azienda continuò la sua crescita orientata al mercato all’ingrosso ed al marchio CiTi, identificato con grande intuizione nell’omino che di primo mattino si stiracchia, venne affiancato il marchio Ghiro per il dettaglio. Si appalesò presto la necessità di trovare nuovi locali e lo stabilimento venne trasferito al Follone, in via Torino, nei fabbricati che avevano ospitato la ditta Cantatore e la carrozzeria Fissore. L’azienda si strutturò e con il tempo entrarono i figli Agostino, Ettore e Luca ed assunse la nuova denominazione Trucco Tessile.

In un incontro casuale con un anziano imprenditore torinese, nel 1986 ancora una volta Giorgio dimostrò le sue intuizioni imprenditoriali. L’Alpina, azienda di gran nome nel campo della maglieria intima, versava in serie difficoltà. Fu acquistata dai fratelli Giorgio e Piero insieme ad un imprenditore genovese. Sotto l’impulso di Giorgio venne ben presto riposizionata e rilanciata ed il marchio Alpina tornò a ricollocarsi al livello dei suoi storici competitor Ragno e Liabel. Venne poi trasferita a Savigliano ed incorporata nella Trucco Tessile che in seguito acquisì anche i marchi Boglietti e Julipet posizionati su altri segmenti di mercato.

Accanto alla figura “aziendale” di Giorgio Trucco resta l’uomo, che Giorgio ha saputo salvare. Il suo spirito imprenditoriale, la genialità progettuale non ne hanno intaccato la spontaneità e semplicità, il suo sorriso accattivante, il suo carattere sensibile. È molto bello pescare tra i tanti ricordi un libro che scrisse negli anni ‘90 per raccogliere le fiabe che aveva raccontato ai suoi nipotini. Le “storie” come lui stesso le chiamò, composte con tratto semplice e linguaggio piano, tutte a lieto fine per esaltare, con dire affettuoso, la bontà e la dolcezza. Qualità che rispecchiavano e ci ricordano la figura dell’uomo. Questo è stato Giorgio Trucco, imprenditore atipico.