La truffa viaggia online: quali sono le più comuni e come possiamo difenderci

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Si chiamano romance scam o truffe sentimentali e sono fra i raggiri più odiosi perché colpiscono la sfera sentimentale della vittima, lasciando degli strascichi imprevedibili nelle vite di chi viene colpito. Danni che non sono solo economici. Una forma di violenza subdola e meschina, che negli anni ha raggiunto livelli di sofisticazione elevatissimi grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
Più spesso donne, ma anche uomini, in genere non più giovanissimi, restano invischiati in una rete che inizia la tessitura del rapporto da una “amicizia” virtuale. Una volta instaurato un legame sentimentale, iniziano invece le richieste di denaro, spesso con motivazioni fantasiose legate a gravi motivi di salute o alla voglia di acquistare biglietti per viaggi per raggiungere la vittima, incontrarla o comprare una casa dove vivere insieme.
Se n’è parlato giovedì 13 novembre, alla Crosà Neira, nel secondo ed ultimo incontro sull’educazione finanziaria, dal titolo “Le donne contano”, nell’ambito di un progetto del Rotary club Savigliano, in collaborazione con il Consorzio Monviso Solidale e l’associazione Mai+Sole.
«Il primo passo è informarsi ogni qualvolta si hanno dubbi circa la correttezza di procedure bancarie. Purtroppo permane lo stigma sulle manipolazioni di denaro di cui tutti, uomini e donne, possiamo essere vittime. Non esistono differenze sociali o di genere» ha ribadito la presidente del Rotary Paola De Rosi. Relatori della conferenza, assai partecipata, Mariella Merlino e Roberto Traini della filiale di Torino della Banca d’Italia.
Quali sono le truffe più comuni?
«Il diffondersi esponenziale dei pagamenti on line ha trovato terreno fertile. Ad oggi le tipologie più diffuse sono il “phishing”, lo “spoofing” e il “man in the browser”. Termini forse un po’ inquietanti che non devono spaventarci. Il “phishing” è una frode informatica che mira a rubare i dati sensibili, come password e dati bancari, attraverso messaggi, sms, email o siti web falsi che imitano enti attendibili. Sfrutta tecniche d’ingegneria sociale per ingannare l’utente, inducendolo a rivelare informazioni personali sotto falso pretesto, creando un senso di urgenza o minaccia» ha spiegato la Merlino.
Lo “spoofing” è una falsificazione della propria identità, per ingannare un sistema o un utente e ottenere accesso a dati sensibili o compiere azioni dannose. «Si manifesta in diverse forme, come l’invio di e-mail false, la creazione di siti web cloni per rubare credenziali o la falsificazione di numeri telefonici. La finalità è il furto di denaro, sfruttando la fiducia della vittima» ha illustrato Traini.
Più complesso il “man in the browser”, un attacco informatico che “infetta” il sistema compromettendo le transazioni on line e sottraendo dati sensibili senza lasciare tracce evidenti, passando spesso quindi inosservati.
Come possiamo difenderci?
«Con semplici accorgimenti quali non dare a nessuno le proprie credenziali, non cliccare o scansionare QR code sospetti, installare un antivirus, non usare l’home banking con reti wi-fi pubbliche, controllare periodicamente le operazioni bancarie e rivolgersi alle autorità competenti. Bisogna denunciare i raggiri e bloccare così tali atti criminosi, che rientrano a pieno titolo nella violenza di genere, perché ledono non solo il patrimonio, ma la dignità di donne e uomini, a volte in condizioni di fragilità emotiva» hanno concluso Merlino e Traini.
di Simona Trabucco

