Viaggio ai confini del Vicino Oriente - Grosso imprevisto all'orizzonte

Il cammino dei nostri eroi viene interrotto da un importante problema al “cavallo ferrato”
21 Lug 2025   

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Il viaggio dei nostri due corrispondenti prosegue, sì, ma con un grosso intoppo: un serio problema alla loro moto li costringe a rivolgersi a varie officine che, in tempi sicuramente non brevi, riescono a mettere a posto il mezzo. Successivamente, Gigi e Gabriella si dirigono verso la costa mediterranea, alla scoperta di nuovi affascinanti siti archeologici.

Nurdagi

Questi sono i condomini a Nurdagi fatti costruire dal TOKI. Ci andranno a vivere fra due/tre mesi famiglie solo turche. Le case verranno assegnate a sorte. I custodi di questi edifici che creano immensi nuovi quartieri mi hanno rassicurata dicendo che prima o poi tutte le famiglie ritorneranno a possedere una casa.

In queste foto si vedono distintamente le macerie degli edifici che c'erano precedentemente e la costruzione dei nuovi condomini praticamente sulla stessa area.

L'imprevisto

Giovedì 17, nel tardo pomeriggio, Gigi si è accorto che la moto improvvisamente era "diversa". Ci siamo immediatamente fermati. Abbiamo bucato. Eravamo sull'autostrada con TIR e auto che sfrecciavano veloci e lo spazio della sosta era a ridosso della carreggiata. Abbiamo rattoppato in fretta lo pneumatico ma nel contempo ci siamo accorti che era andato in pezzi anche il telaio del portapacchi posteriore, per cui lo abbiamo legato con due funi di fortuna che ci portiamo sempre appresso. A questo punto siamo usciti dall'autostrada e ci siamo fermati dal primo gommista incontrato che però era esperto solo di camion. Insieme si è cercata una soluzione anche per il bagaglio, ma non lo abbiamo trovato. In compenso abbiamo mangiato con loro seguendo le abitudini di questi operai: tutti insieme abbiamo mangiato dallo stesso piatto.

Intanto si faceva tardi e loro ci hanno aiutato a trovare un hotel che abbiamo raggiunto sul tardi.
Nella mattinata di venerdì 18, da Osmanyie, dove abbiamo dormito, abbiamo raggiunto Adana e un concessionario Honda. Abbiamo aspettato un bel po' prima che la coda si smaltisse e la moto potesse entrare in officina

Siamo ripartiti dopo le 11 e ci siamo recati in una officina Ducati a cui hanno lavorato alla nostra moto per quasi tutto il pomeriggio. Il bagagliaio, purtroppo, non sono riusciti a sistemarlo. Abbiamo cercato di spedirlo a casa ma il costo era esorbitante, più di 800 euro, per cui l'abbiamo regalato al ragazzo che ha lavorato sulla moto. Era felicissimo: è dall'età di 9 anni che lavora in quell'officina di Adana. Anche gli intoppi e le avversità non sono solo negative ma permettono di relazionarsi con le persone e le loro idee in un'ottica diversa dal solito viaggio.

Sulla costa mediterranea

Usciti dall'officina ci siamo diretti verso la costa mediterranea della Turchia. Qui abbiamo scoperto che la zona brulica di gente, mentre altissimi hotel si affacciano sul mare ininterrotti. La costa mediterranea della Turchia è agli antipodi rispetto a quella del Mar Nero. Abbiamo trovato da dormire a Silifke che ci sembrava più tranquilla rispetto agli altri paesi.

Da Silifke a Demre non abbiamo più incontrato i mezzi militari e i posti di blocco disseminati lungo i confini con Iran, Iraq, Siria e regione curda. Questa zona è affollata soprattutto dai turchi e da un turismo di mare. Sono infiniti gli hotel, le case vacanze, le pensioni, i ristoranti e i parchi acquatici. La zona è più costosa rispetto a prima.

Sulla collina di Silifke abbiamo notato una serie infinita di questi condomini tutti uguali, finché siamo riusciti a leggere TOKI 2008. Ormai sappiamo che questa associazione è di aiuto alla popolazione nella costruzione delle case dopo i terremoti. Ci sono molte polemiche al riguardo perché sembrerebbero costruite non secondo i dettami antisismici richiesti.

A tu per tu con l'archeologia

Domenica 20 luglio abbandoniamo Demre per dirigerci verso alcuni siti importanti. Continuiamo a stare sui confini ma questa volta della Grecia. Percorriamo il litorale del Mediterraneo tra l'azzurro del cielo, il blu del mare e il verde della natura circostante. L'anima si rinfranca: dall'alto osserviamo il litorale turco che è dirimpetto alle isole greche di Kastelorizon.

Giungiamo a visitare il sito di Patara, fondata secondo la tradizione da Pataro, figlio di Apollo. Famosa nell'antichità per il suo oracolo di Apollo, secondo solo a quello di Delfi.

Le rovine di Patara comprendono un arco trionfale a tripla arcata situato all'ingresso del sito e una necropoli con diverse tombe licie nelle vicinanze. Salendo in cima al teatro, appoggiato a una bassa collina si trovano le fondamenta di un tempio di Atena, e di un'insolita cisterna circolare scavata nella roccia con una colonna in mezzo. Il sito di Patara - benché non sia UNESCO - è tra quelli visitati in questa zona, il migliore in quanto a conservazione e restauro

Dopo Patara è stata la volta di Xantos, sito UNESCO insieme con quello di Letoon. In cima a un affioramento roccioso sorgono le rovine di Xantos, antica capitale della Licia. Resti di un bel teatro romano e tombe a pilastro con iscrizioni.
Evidenti segni di trascuratezza. Manca probabilmente la cultura del bello, dell'importanza dell' arte. La raccolta differenziata quasi non esiste. Ho ripetutamente visto lanciare dal finestrino lattine, bottigliette di plastica, stecchini dei gelati ecc.

Il sito di Letoon ospita alcuni fra i resti archeologici più belli della Via Licia. È spesso considerato il sito gemello di Xantos. Letoon deve il proprio nome e la propria importanza a un grande tempio dedicato a Latona, Leto, che, seconda leggenda fu amata da Zeus e dalla quale ebbe Apollo e Artemide. L'impietosa Era, moglie di Zeus, ordinò che Latona vagasse per l'eternità di paese in paese.

A seguito dell'ultimo sito siamo saliti in groppa al nostro cavallo ferrato e abbiamo raggiunto la città di Milas.
In hotel abbiamo chiesto informazioni su dove poter mangiare una chorba e un signore gentile ci ha proposto di accompagnarci in un locale tipico e ci ha offerto la cena. Chiacchierando insieme si è presentato: si chiama Veysel e la sua ditta ha asfaltato addirittura l'aeroporto in Azerbaijan.

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