Potrebbe esserci un acquirente per l'ex casa suore

Il complesso è disabitato e abbandonato da diversi anni
21 Lug 2025   

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Disabitata da tempo, oggi sembra che parte della storica casa della Congregazione Figlie di San Giuseppe abbia un nuovo acquirente. La porzione di caseggiato, lato via del Canale, era già stata messa in vendita più di tre anni fa. Un cartello affisso al cancello ne aveva dato la notizia al paese. Una decisione presa dall’istituto per via delle alte spese di manutenzione a cui con l’arrivo del Covid, si aggiunse la partenza delle ultime religiose: suor Anna, suor Elisangela, suor Teresia e suor Mariangela.
Nel 2022 un acquirente intenzionato all’acquisto si era fatto avanti per poi cambiare idea, visti i vincoli legati ad un luogo di culto.

Oggi la “casa dei nanetti” sembra stia per essere inghiottita dalla natura che, lasciata allo sbaraglio, sta crescendo liberamente lasciando solo un piccolo scorcio del vialetto di ingresso e della struttura.

Nel 2021, dopo trent’anni di presenza in paese, il numero esiguo delle suore e l’incombenza delle spese per il mantenimento dell’ampio edificio, aveva convinto l’istituto torinese delle Figlie di San Giuseppe a mettere in vendita la parte del caseggiato che si affaccia su via del Canale. Un posto, caro al paese, poiché, i non più giovanissimi ricordano, negli anni ‘70 e ‘80 ospitava l’asilo Maria Teresa o l’“asilo dei nanetti”, così chiamato per le statue dei nani e di Biancaneve che abbellivano il giardino antistante. Un luogo dove centinaia di racconigesi hanno trascorso la loro infanzia. Questa porzione di casa era quella che apparteneva alle sorelle del Cottolengo, qui le suore avevano realizzato una cappella, le loro stanze e i laboratori.

Le Figlie di San Giuseppe sono sempre state una figura importante per Racconigi. Sono sorte grazie al compatrono Clemente Marchisio, nato proprio in via del Canale, dove creò un laboratorio di tessitura e filatura per dare lavoro alle ragazze della zona, affidandolo prima alle suore Vincenzine, poi ad un gruppo di giovani operaie, le quali crearono, a loro volta, il gruppo religioso con il compito di confezionare parametri sacri e tutto ciò che serviva per la messa. Una presenza, quella delle suore, che manca in paese, durante le messe, nella conduzione dei rosari, nell’assistenza ai malati, ai poveri e agli anziani e nella gestione di tutto il necessario per il culto eucaristico. Sempre alcuni anni fa si diceva che il destino della casa natale del Beato era quello di rimanere alla Congregazione delle Figlie di San Giuseppe con l’obiettivo di strutturarla e di far tornare in paese alcune suore.

Gli anni sono passati, l’intero complesso è disabitato; voci mormorano che un nuovo acquirente si sia fatto avanti interessato al “vecchio asilo dei nanetti”.

di Viviana Cappelli