Ex Ilva, i lavoratori incrociano le braccia: domani l'incontro a Palazzo Chigi
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La situazione dell’ex Ilva continua a destare forte preoccupazione tra lavoratori, istituzioni e sindacati a livello nazionale e, a livello locale, nello stabilimento racconigese. Dopo lo sciopero dello scorso 21 novembre, circa 70 lavoratori dello stabilimento locale hanno effettuato un blocco stradale, nella mattinata di martedì 25, lungo la Statale 20, per richiamare l’attenzione sullo stallo del tavolo di crisi. «Un tavolo non c’è e l’ultimo piano prospettato dal Governo porterà inesorabilmente alla chiusura dello stabilimento» ha spiegato Domenico Calabrese, della Fiom Cgil provinciale. Il blocco stradale è durato diversi minuti, il presidio alcune ore.
Secondo quanto dichiarato dai sindacati – ed è il motivo di forte preoccupazione per lo stabilimento della nostra città – il piano prevede seimila lavoratori in cassa integrazione entro gennaio, con il rischio del fermo produttivo in tutti gli impianti del Nord Italia, compresi Novi Ligure e Racconigi.«Abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio di sospendere, di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil dopo l’incontro – ci hanno risposto “no” e noi abbiamo deciso di dichiarare sciopero».
In seguito alle tensioni a Palazzo Chigi, il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, su richiesta delle organizzazioni sindacali e degli enti locali, ha convocato per domani, venerdì 28 novembre, alle 15.30 a Palazzo Piacentini, un incontro sul futuro degli stabilimenti del Nord Italia dell’ex Ilva con i rappresentanti dei lavoratori e dei territori interessati. Si parlerà dei siti di Genova-Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, con l’obiettivo di aggiornare le parti anche alla luce del piano di manutenzione degli impianti e di formazione dei lavoratori presentato durante l’ultimo Tavolo Ilva a Palazzo Chigi.
di Davide Bergesio
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