Ex Ilva, «la situazione è un disastro»: scatta lo sciopero anche a Racconigi

Il Saviglianese è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriverti gratuitamente al canale ed essere sempre aggiornato sulle ultime novità.
A Palazzo Chigi, nella giornata di martedì 18 novembre, si è tenuto un nuovo incontro sull'ex Ilva, causando la rottura fra le parti: il piano, secondo quanto riferito dai sindacati, prevede 6.000 lavoratori in cassa integrazione entro gennaio 2026. In più, riferiscono, si rischia il fermo produttivo in tutti gli impianti del Nord Italia, compresi Novi Ligure e Racconigi.
«Abbiamo chiesto - afferma Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil - alla presidenza del Consiglio di sospendere, di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Meloni; ci hanno risposto "no" e noi abbiamo deciso di dichiarare sciopero a partire da mercoledì 19 novembre».
«Un piano che, di fatto, va a ridimensionare l'attività perché ferma tutte le aree a freddo e questo per noi è inaccettabile perché ha riflessi importanti su tutti gli stabilimenti, non solo su Taranto, e quindi abbiamo chiesto e ribadito più volte di ritirare questa posizione - conclude Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl - perché ci sembra la prospettiva di chiudere lo stabilimento per poi metterlo a disposizione di eventuali potenziali acquirenti che oggi non ci sono e quindi questa è una cosa per noi inaccettabile».
Dal canto suo il governo ha chiarito alcuni punti in una nota: “Non ci sarà un'estensione ulteriore della Cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo. In alternativa, saranno individuati adeguati percorsi di formazione in favore dei lavoratori, anche per coloro già in cassa integrazione. La formazione servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green”.
Si fa sempre più intensa, nel frattempo, l'agitazione tra i lavoratori piemontesi dell'Ilva - compreso quello di Racconigi - per un totale di circa 700 persone, senza contare l'indotto. Un pezzo importante della nostra industria che rischia il fermo produttivo.
I sindacati hanno convocato per oggi, mercoledì 19, assemblee in fabbrica, con l'intenzione di fare il punto della situazione e decidere le prossime mosse.

