La palestra delle Schiaparelli verrà usata per ospitare alcuni migranti

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Risvolto tutto cittadino per quanto riguarda la gestione dei “migranti della frutta” e dei loro bivacchi in parco Gullino a Saluzzo. Parliamo delle persone alla ricerca di lavoro o arrivate a Saluzzo per aggregarsi ai propri connazionali, senza avere né un contratto né una promessa di occupazione. Per loro si sta cercando un posto anche nei Comuni vicini, ma per questa loro condizione non possono trovare posto nel campo saviglianese di via Alba, dove possono stare solo coloro che sono in possesso di un contratto di lavoro.
Come era emerso dal tavolo sociale convocato in Prefettura qualche giorno fa, per risolvere la questione si cerca il coinvolgimento degli enti caritatevoli, del terzo settore e del volontariato sociale già da tempo impegnati ed attivi nell’accoglienza. Proprio per questo sono proseguiti gli incontri tra l’amministrazione saluzzese e quella saviglianese: durante una di queste riunioni erano presenti i due sindaci Antonello Portera e Franco Demaria, i due assessori al sociale Anna Giordano e Fiammetta Rosso, a cui si è poi unito l’architetto Giovanni Rabbia, dirigente comunale. «Dopo aver valutato e riflettuto – spiega l’assessore Giordano – abbiamo pensato all’ipotesi di usaare la palestra della scuola media comunale Schiaparelli, in via degli Studi. Lì potrebbero trovare posto una decina di migranti, dormirebbero sulle brandine che già utilizziamo per i militari di servizio durante i week-end elettorali e userebbero i bagni ed i servizi igienici degli spogliatoi. Quanto ai pasti, la comunità Papa Giovanni di corso Nazario Sauro, già si è detta disponibile a fornirli, facendo un secondo turno».
È stato stabilito che sarà l’amministrazione saluzzese ad occuparsi di trovare una cooperativa che possa gestire le persone che saranno ospitate nella palestra, reperire i fondi per pagare il personale che si occuperà dei migranti e il loro vitto.
Al massimo, i lavoratori stagionali alloggeranno nella palestra dalle due alle tre settimane, fino cioè all’inizio della raccolta delle pesche: «I migranti arriveranno non appena si troverà la cooperativa – aggiunge l’assessore Anna Giordano –. Si tratta di persone che hanno terminato la raccolta dei piccoli frutti ed ora sono momentaneamente senza lavoro. Se non troveranno occupazione nella campagna delle pesche è praticamente sicuro che abbandoneranno l’area».
Anche quest’anno, quindi, come già nel 2024, la nostra città ha teso la propria mano: «Abbiamo voluto dare il buon esempio anche se si tratta di un’accoglienza di fortuna, perché noi non siamo attrezzati come nella capitale del Marchesato – dice ancora l’assessore –. Soprattutto vogliamo far capire ai migranti che come centro frutticolo non esiste solo Saluzzo, ma anche il territorio saviglianese. Inoltre, non abbiamo voluto mandarli in piccoli paesi, dove non sono presenti alcuni servizi».
Se l’istituto scolastico, che fa parte del comprensivo Santarosa è di proprietà comunale, ne ha il controllo la dirigente Emanuela Bussi che «si rende conto di quest’emergenza e si affida in toto alla nostra amministrazione» conclude Anna Giordano.
di Paolo Biancardi
