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Ha fatto molto discutere l’abbattimento, disposto dall’amministrazione comunale, di 14 alberi presenti in via Pescatori costeggianti la futura biblioteca e la sede dell’associazione L’ora di Generosità. L’abbattimento, che porta sempre ad avere uno sguardo stupito la prima volta che lo si vede di persona, è stato dovuto ad una questione di sicurezza poiché, con il crescere delle piante, le radici sarebbero state sempre più impattanti sul muretto che contiene il giardino rispetto alla strada, che è su di un piano più basso.
La scomparsa di queste piante, messe a dimora negli anni ’70, ha lasciato l’amaro in bocca a diversi cavallermaggioresi. In particolare il nostro concittadino Federico Sandrone, noto ambientalista, ha deciso di manifestare il proprio dissenso attraverso una lettera aperta (la si può leggere integralmente all’interno dell’edizione cartacea). Sandrone, che è attivo in gruppi come “Salviamo il paesaggio”, ha riportato all’attenzione un documento, presentato nel 2014, chiamato “Carta di Cavallermaggiore”, il quale provava a regolare la gestione e l’eventuale abbattimento di quello che, scrive Sandrone, è un «bene comune patrimonio di tutti, non solo del sindaco e dei relativi assessori e/o consiglieri “pro tempore” che ne possono disporne come vogliono e credono. I punti 3 ed 8 di quel documento – sottolinea in particolarfe – prevedevano ed auspicavano che “ogni intervento progettuale e/o manutentivo […] venga attuato solo dopo una preliminare ed accurata informazione della cittadinanza da parte dell’ente pubblico” e che “venga programmato ed attuato un accurato e periodico monitoraggio delle alberate attraverso valutazioni visive […] ed apposite indagini strumentali”, cosa che al momento sembrerebbe essere stata totalmente disattesa».
di Federico Mattio