Addio a Irene, la guida turistica nata in piena guerra

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Irene Gedda era nata nel 1941 in pieno tempo di guerra e nel 1944 ebbe la compagnia del fratello Virgilio e qualche tempo dopo del fratello Maurizio, che ha già lasciato questo mondo. Vivace di spirito e di intelligenza, aveva avuto accesso in anticipo di un anno, privatamente, alla prima classe elementare e successivamente era entrata a pieno titolo in una classe in cui non ebbe difficoltà di inserimento anche per il carattere dolce e la finezza di comportamento. Non ebbe problemi a superare le scuole dell’obbligo e frequentò successivamente il liceo classico Arimondi, in cui conseguì la maturità. All’epoca incontrò Guglielmo Rabbia, titolare col fratello di una ditta di coloniali che nel tempo avrebbe preso il nome Coras: dopo poco tempo convolò alle nozze da cui nacquero due ragazzi Paolo e Michele. Nel contempo era coadiutrice nell’azienda del marito. Non lesinò tempo nel seguire la crescita dei figli e fu una presenza premurosa, sensibile e disponibile nel sostenere l’anziano padre del marito che viveva in un alloggio attiguo. Cresciuti i ragazzi e cambiando la situazione dell’azienda, lavorò in una agenzia di viaggi che aveva varie sedi, tra cui una a Bra nella quale Irene operò per parecchi anni, accompagnando molti gruppi di turisti, specie in India, paese che l’aveva profondamente colpita e a cui si sentiva quasi legata. Terminata questa attività, era ritornata alla vita consueta col marito Guglielmo, grande appassionato di ciclismo, che è passato ad altra dimensione poco più di un anno fa.
Intanto anche per Irene – pur conservando la sua passione per i libri, il suo sorriso e la sua amabilità, senza dimenticare la silenziosa capacità di aiuto ai meno fortunati – la salute andava gradualmente declinando. Fino a martedì 8 ottobre, quando si è spenta di primo mattino.
Ricordiamo di lei la dolcezza, il sorriso, la grande capacità di empatia e l’attenzione agli altri. Il funerale, officiato dal parroco don Mauro, è avvenuto giovedì 10 ottobre. Ora riposa nella tomba di famiglia che si incontra all’inizio del viale centrale del cimitero.
di Osvaldo Pignata
