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Cordoglio e commozione in città per la scomparsa, avvenuta giovedì 22 agosto, di Antonio Fissore, 85 anni.
“Nino”, com’era familiarmente chiamato, era nato a Savigliano e si era diplomato prestissimo in Ragioneria. «Era questa una cosa di cui era molto orgoglioso – ricorda la figlia Roberta – l’avevano chiamato anche alcune banche, ma lui poi aveva preferito continuare l’attività di famiglia». Ovvero gestire, insieme al fratello Francesco, il mulino di 5 piani in via Suniglia. Una struttura nata agli inizi del secolo scorso alla Pieve grazie al bisnonno Francesco. Un mulino altamente tecnologico – «aveva al suo interno un laboratorio chimico» specifica la figlia – che serviva i panificatori non solo della città e della Granda, ma di Torino, della Sicilia, della Sardegna, della Liguria e della Russia.
Un’attività chiusa nel 1989: da lì Nino si è potuto dedicare alle sue passioni: la montagna, raccogliere i funghi e leggere; era poi un appassionato di calcio, tifoso della Juventus.
«Aveva un sacco di amici con cui chiacchierava, specie nei giorni di mercato. Sapeva tutto di storia e geografia – conclude la figlia Roberta – tant’è che, al posto delle favole, ci raccontava l’Odissea».
Poi si è dedicato per 20 anni alla moglie Rosa, che aveva avuto un ictus e che purtroppo è morta nel 2016.
Il funerale di Fissore, molto partecipato, si è svolto sabato 24 agosto nella chiesa parrocchiale di S. Maria della Pieve.