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Cambiano le epoche, i vestiti, i modi di vivere, le tecnologie, ma i giovani restano sempre gli stessi nei loro sogni, emozioni ed aspirazioni. È un po’ questo il filo conduttore dello spettacolo “Binari di seta incastrati nel tempo” del laboratorio teatrale e coreografico dell’istituto Arimondi-Eula, che la scorsa settimana ha fatto registrare due serate sold out al teatro Milanollo, il giovedì e il venerdì.
In uno scantinato della scuola aleggia il fantasma dell’istituto, che in 125 anni di storia ha visto passare migliaia e migliaia di giovani ma non è mai riuscito a fare una bella festa di compleanno. Stavolta, però, l’occasione è propizia: studenti di varie generazioni si ritrovano, per gli stessi motivi (fuggire da un temibile compito in classe di storia) a condividere gli spazi bui dell’archivio. Così, tra raffinati “ragazzi del ‘99” – figli di industriali, ma anche simpatici campagnin – una truppa di Balilla, svolazzanti signorine del dopoguerra, hippies parecchio svarionati, una proto-manager rampante con tanto di “paninaro” al seguito e i ragazzi di oggi, fra mille incomprensioni e qualche screzio, nascono amicizie e persino un “amore senza tempo”.
Sul palco 43 studenti ed otto “temerarie docenti” guidati dalle professoresse Doriana Chiapella, Mariella Fissore e Beatrice Bosio. Due ore tra recitazione e numeri musicali, in un curioso frullato di epoche e stili di vita. Un modo per capire dove siamo, ricordandoci da dove veniamo.
Va bene il progresso, ma almeno sull’affermazione “la moda è bella in tutte le epoche”, ci permettiamo di dissentire: a guardare bene la sfilata di vestiti sul palco, ci stringiamo alla stilosissima signorina Manissero (per chi non lo sapesse, la prima ragazza ad essersi iscritta al classico ad inizio ‘900): anche perché l’organzino, come lo fila suo padre…
di Guido Martini