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Per la quinta volta Gianmaria Gerbaldo, classe 1955, atleta master 65 (ossia di età compresa tra 65 e 69 anni) ha tagliato il traguardo della 100 km del Passatore, l’importante ultramaratona con partenza da Piazza Duomo a Firenze e arrivo in centro a Faenza. Gianmaria, che ha trascorsi sportivi giovanili significativi nell’automobilismo rallystico, si divide ora tra la passione per la marcia agonistica che pratica su distanze comprese tra i 3 e 20 km e le ultramaratone ossia le gare superiori a 50 km che però percorre a passo libero alternando corsa, marcia e cammino. Gareggia per i colori dell’Atletica Fossano 75 e si allena prevalentemente a Savigliano con il gruppo SAVinMARCIA.
La 100 km del Passatore, Firenze Faenza è una competizione podistica storica in quanto è giunta alla quarantonovesima edizione. Si definisce “la più bella del mondo” e sono in molti a pensarlo, per la varietà di ambienti e di panorami che incantano: dalla salita di Fiesole con la vista di Firenze dall’alto, al Mugello, ai boschi del crinale appenninico (si arriva infatti ai prati dei 913 metri slm della Colla di Casaglia dopo 48 km, partendo dai 65 metri slm di Firenze), alle sorgenti e ai ruscelli e ai tre colli di Brisighella. Per gli atleti è senz’altro la più bella per il suo carattere epico e per l’impeccabile organizzazione che ormai la ripropone da quasi mezzo secolo promuovendola a classica del podismo. Vi partecipano oltre 3000 atleti che hanno la consapevolezza di aderire ad un evento degno di essere narrato, dove la soddisfazione di tagliare il traguardo costituisce già un obiettivo di grande rilievo. Per chi la conclude 5 volte l’organizzazione prevede inoltre il conferimento di un piatto artistico in ricordo dell’impresa e quest’anno Gianmaria ce l’ha fatta.
A lui abbiamo chiesto un commento e di rispondere ad alcune domande e curiosità: «Premesso che ogni volta che partecipo a questo evento l’esperienza comincia ben prima della gara; c’è tutta una fase preparatoria e logistica attraente: eventi culturali, convegni, eventi sociali, turistici, ecc. che coinvolgono tutti i Comuni del percorso. Già solo queste cose meritano di essere prese in considerazione come buoni esempi di gestione turistico-sportiva. Tutti i partecipanti si sentono al centro dell’attenzione. Poi viene la gara: io quest’anno ho deciso di correre, riuscendovi, i primi 4 km da Firenze a inizio salita per Fiesole, le discese del passo Vetta delle Croci e della colla fino a Casaglia. Nei restanti tratti ho alternato cammino energico e marcia – racconta Gerbaldo – Sul percorso ho trovato prevalentemente bel tempo, temperatura ottimale ed è piovuto solamente per un breve tratto, dopo il Passo della Colla».
«Dal punto di vista dell’alimentazione e integrazione nonostante le raccomandazioni che giungono da esperti nutrizionisti mi ostino a far di testa mia; non utilizzo integratori di magnesio e potassio o altro, ai ristori bevo solo Coca Cola (in realtà la Coca Cola è molto usata negli sport di resistenza come il ciclismo perché contiene zuccheri, è gradevole da bersi quando si è sotto sforzo, contiene caffeina e chi l’assume spesso ne trae anche un beneficio psicologico, NdR) e scorze di limone – continua – Quest’anno ho trovato un passo regolare che mi ha consentito di procedere praticamente senza interruzioni. Speravo però di incrementare il ritmo negli ultimi 15 km ma non ci sono riuscito. Così ho desistito per non correre il rischio di un crollo che può sempre verificarsi nelle fasi conclusive. Non sono pochi i concorrenti che si ritirano incorrendo in crisi di stanchezza proprio in dirittura d’arrivo».
«L’arrivo a Faenza in piazza del Popolo è un apoteosi, una grande emozione: per tutti c’è una medaglia, un diploma e una confezione di Sangiovese Rosso e Bianco: la 100 km del Passatore, non dimentichiamolo, è anche definita la via del Sangiovese».

Da quanti anni pratichi l’ultramaratona ?
Ho partecipato per la prima volta alla 100 km del Passatore nel 2016 dopo aver disputato, a partire dal 2013, le maratone di Roma, Firenze, Praga e Nice-Cannes sulla classica distanza di 42 km.
Come ti sei avicinato a questa attività podistica ?
A Fossano ha sede la mia società sportiva che oltre alla sezione marciatori agonisti include un bel gruppo di podisti che praticano la camminata sportiva secondo il metodo Damilano ossia il fitwalking. Questo gruppo organizza molte partecipazioni a maratone e mezze maratone in Italia ed Europa. Mi sono spesso aggregato a questo bel gruppo.
Quella del Passatore è una competizione anche valida come campionato italiano della 100 km sia per le categorie assoluta che master; è possibile affrontarla a passo di cammino ?
Sì, è possibile, alla 100 km del Passatore il limite di tempo è fissato in 20 ore che significa un passo energico di 5 km/h di media ininterrotta. Se un atleta programma delle soste fisiologiche o per riposarsi o per alimentarsi o per curarsi (massaggi, ecc.) sa di dover andare spedito per recuperare e quindi è costretto a marciare o correre per alcuni tratti per non eccedere oltre il tempo massimo.
Tu quanto hai impiegato ?
Quest’anno ho percorso i 100 km in 14 ore 58 minuti. Avevo fatto meglio nel 2019 in 14 ore 11 minuti alla media di 8 minuti e 31 secondi al km.
A proposito di tempi come ti regoli in gara (noi sappiamo che sei restio a usare qualunque crono !) e quale attrezzatura prediligi ?
In gara utilizzo vestiario sportivo normale, pantaloncini e canotta leggera della mia squadra fino al 35° km, poi effettuo un cambio indossando una maglia più pesante per far fronte alle temperature più fresche del tratto appenninico nel corso della notte ma sempre in pantaloncini corti. Sia in allenamento che in gara non utilizzo mai crono e/o cardiofrequenzimetro: sono recalcitrante rispetto all’aiuto che può darmi la tecnologia, però ho affinato le mie capacità di regolarmi.
Quale edizione ricordi con particola soddisfazione ?
Sicuramente la prima cui ho partecipato, nel 2016, il percorso mi era del tutto sconosciuto ed ho assaporato con tutti i sensi ogni momento della gara: i paesaggi, il pubblico festoso, ricordo il profumo del biancospino, la notte con il gracchiare delle rane e i tratti di percorso condivisi con altri occasionali partecipanti. Poi ricordo la sorpresa che nel 2019 mi fece mia moglie che mi raggiunse in bicicletta sul percorso durante il tratto notturno e mi accompagnò fino al traguardo: fu bellissimo!
Come sono organizzati i tuoi allenamenti per affrontare una così lunga distanza ?
A dire il vero non sono specificamente organizzati: in genere seguo un programma di allenamento per la marcia atletica che nelle varie varie stagioni muta con gli obiettivi e con le distanze che si percorrono in gara. Se però ho in mente di fare la 100 a maggio nei quattro mesi precedenti introduco due allenamenti lunghi mensili da 30/35 km. Il mio scopo prevalente è la partecipazione e la conclusione della competizione per cui non ritengo prioritario variare sostanzialmente la mia programmazione e i chilometri complessivamente percorsi. Sicuramente se avessi altre ambizioni (classifica e crono) mi rendo conto che dovrei integrare qualitativamente e quantitativamente i miei allenamenti.
Prima di affrontare una 100 k cosa pensi ? E durante ?
Sono in genere molto tranquillo, come già lo ero quando affrontavo le impegnative gare rallystiche nel ruolo di copilota: molti se ne stupiscono, io mi diverto e penso sia un po’ folle mettersi così a dura prova di resistenza. Durante la gara penso spesso ai miei genitori, a tutti i miei affetti, moglie, figli e nipoti. C’è sempre un pensiero per gli amici, per i compagni del gruppo della marcia con i quali mi alleno solitamente. Sono tutti pensieri che mi sostengono e mi aiutano ad affrontare il tempo lungo di gara ed eventuali avversità.
A proposito di allenamenti quanto è importante condividere la preparazione atletica con un gruppo affiatato ?
In base alla mia esperienza lo ritengo fondamentale: nel gruppo in cui mi alleno (che abbiamo chiamato SAVinMARCIA) la stima e l’amicizia unite alle molte competenze presenti è sicuramente di stimolo per trovare motivazioni, per attenuare le delusioni e per condividere le tante esperienze che si accumulano nel corso degli anni.