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Non era stato un falso profeta. Parliamo dell’ex assessore comunale Pierambrogio Fruttero, che giusto un anno fa, durante una riunione della Consulta delle attività produttive, aveva chiesto due anni di tempo per tentare di mantenere la produzione dei Pnon esclusivamente a Levaldigi. «Abbiamo già perso tante cose, vogliamo cercare di rilanciare almeno questa – aveva detto in quella sede –. È anche una questione di orgoglio».
Questo perché da regolamento, il Pnon, affinché sia De.Co. (prodotto a Denominazione Comunale, che va fatto rispettando certi canoni), può essere cotto solo a Levaldigi: nei mesi scorsi, però, l’azienda Carle si è spostata a Centallo e il laboratorio della panetteria “Cinzia e Sandro” ha chiuso. Ed erano i due soli produttori rimasti in frazione di un biscotto che a Levaldigi si cuoce fin dal 1600 in occasione della festa dei “Corpi Santi” e che dal 2007 si può fregiare del marchio De.Co.
In quella Consulta si era deciso che se si fossero trovati dei nuovi produttori a Levaldigi, bene; altrimenti il biscotto a forma di pennone si sarebbe potuto produrre anche fuori dalla frazione, a patto di rispettarne sempre il disciplinare.
Ma non ce ne sarà bisogno: da qualche settimana, infatti, la levaldigese Elena Viglione ha iniziato la produzione del biscotto “made in Levaldigi” con la ricetta tradizionale che prevede sei ingredienti: scorza di limone grattugiata, farina, burro, uova, mandorle amare e zucchero. «Ho rilevato da poco l’attività – racconta Elena – e sono diventata l’unica produttrice rimasta a Levaldigi dei biscotti Pnon che, come da disciplinare, si possono fare solo qui. Ho voluto scommettere sull’emblema della frazione; non potevo stare senza fare nulla. Soprattutto, a far scattare la scintilla che mi ha convinta è stato il fatto che altrimenti ce li avrebbero “portati via”: non è possibile, mi sono detta, io li ho sempre mangiati e non volevo che tutto andasse in fumo».
Elena prima lavorava in un supermercato, poi in un negozio di bomboniere a Fossano e successivamente ha fatto la mamma a tempo pieno. «Sono orgogliosa di quello che sto facendo – aggiunge – anche perché sono un’autodidatta, come in tutte le altre attività che ho fatto nella mia vita. Con l’aiuto di mio marito Elvis Servetto e di Massimo Ruffino, sono andata a cercare le ricette delle “masuere” proprio perché ho voluto produrli come una volta».
Il loro marchio è “Piasì”, «piacere» in piemontese.
La produzione è partita da poco; i biscotti sono in vendita nei negozi del territorio e la Pro Loco si è impegnata a promuoverli. «Io tengo molto a Levaldigi – continua Elena – e ci tengo che sia valorizzata».
di Paolo Biancardi