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Nelle scorse settimane il Comune ha adottato una nuova normativa per porre un freno al sorgere in città di allevamenti intensivi. Questo perché a causa di un Piano regolatore più permissivo rispetto ai Comuni limitrofi e non aggiornato alla normativa provinciale e regionale, negli ultimi anni sia in città che nelle frazioni di Levaldigi e Tetti Roccia erano sorti “mega-allevamenti” con migliaia di capi animali.
«Impianti che – come ora ricorda l’ex assessore comunale all’Agricoltura dall’85 al ‘93, il levaldigese Pierambrogio Fruttero – hanno accresciuto problematiche di tipo economico, salutistico, idrico e ambientale. Purtroppo anche con il nuovo provvedimento si sottolinea soprattutto una priorità assoluta della produttività aziendale, senza alcun riferimento ai residenti. Anche perché finora i richiedenti i permessi erano non agricoltori saviglianesi, ma in maggioranza aziende esterne».
È critico rispetto alla nuova normativa comunale?
«Purtroppo servirà solamente ad agevolare l’insediamento di quelle aziende che, con un escamotage, riusciranno ad ottenere ciò che con una prassi consueta non potrebbero avere: esempio eclatante, tra gli altri, è la riduzione del 50% delle distanze dalle abitazioni civili per suini e polli che vengono allevati su lettiere permanenti con materiali palabili! Una norma assurda, che non ha nessuna spiegazione scientifica e/o apportante migliorie sia per il benessere animale sia dal punto di vista ambientale. Non va neppure nella direzione di una migliore qualità della vita delle persone. Non dobbiamo poi scordare che a Levaldigi esiste ed è funzionante l’aeroporto, un’entità importantissima per il presente e il futuro: i nuovi insediamenti in loco con un grandissimo numero di animali (polli “broiler”, suini ed altri) che contribuiscono alla formazione di un’atmosfera, ulteriormente compromessa, carica di sostanze non solo nocive alla salute, ma anche colma di odori nauseabondi ed insopportabili».
di Paolo Biancardi
L’INTERVISTA COMPLETA ALL’INTERNO DEL GIORNALE.