Torna ad essere argomento del Consiglio comunale, nella seduta dello scorso lunedì 27 novembre, la questione del doposcuola per gli studenti che frequentano le elementari e le medie e che quest’anno finora non è stato attivato.
Come aveva sottolineato l’ex sindaco Stefano Biondi nel precedente Consiglio comunale, «un dato è certo. Il doposcuola com’era strutturato è arrivato al capolinea perché era diventato un piccolo centro di recupero frequentato dal 95% di ragazzi con difficoltà varie, in più ha avuto un deficit di 12 mila euro. Inoltre, nessuno dell’amministrazione ha ricevuto richieste di attivazione in tal senso».
L’idea dell’amministrazione, perciò, è quella di realizzarlo non come recupero scolastico, ma come servizio collettivo ad ampio accesso, ovvero sia un servizio alle famiglie per non lasciare soli i ragazzi a casa che un’alternativa per questi ultimi contro la solitudine e Internet.
La proposta non aveva trovato però soddisfatta Romina Testa della minoranza di “Genola in Comune”: «Esprimiamo tutto il nostro rammarico e la nostra preoccupazione nella scelta di lasciare scoperte famiglie che trovavano nello spazio del doposcuola, un aiuto sostanziale con la scuola e lo studio e uno spazio di gioco e socializzazione importante».
Nelle ultime settimane, però, qualcosa si è mosso, con incontro tra amministrazione comunale, rappresentanti dell’istituto scolastico e dei genitori, «per far ripartire – ha aggiunto l’ex sindaco – qualcosa nel corso del secondo quadrimestre. Ad oggi, abbiamo avuto una sola richiesta dai genitori di un alunno che frequenta la prima elementare. Dobbiamo capire quali son le esigenze di famiglie e della scuola per provare a rispondere ai loro bisogni. Anche il sondaggio, che pensavamo di fare con la collaborazione del consulente del Consorzio Monviso Solidale, ha subito uno stallo, data la mancanza di interesse riscontrata».
L’incontro non ha però avuto il “gradimento” da parte della minoranza. «Mi stupisco che non abbiate invitato all’incontro sia il Monviso Solidale che la Caritas – ha voluto sottolineare Romina Testa –. Soprattutto della Caritas che è una buona rappresentanza degli ultimi e dei più fragili. A mio avviso il Comune ha la funzione di un investimento dei bisogni del qui ed ora (ricordate l’hic et nunc latino?, ndr) dei genitori: ci stiamo perdendo un pezzo importante della salute dei nostri ragazzi. Quei bisogni ci sono, dobbiamo occuparci della loro salute».
di Paolo Biancardi