1923-2023, 100 anni, ma di certo non li dimostra. Il segreto? Nessuno, solo fortuna o destino, secondo il centenario Antonio Angerame.
Giovedì 16 novembre il caramagnese è stato accolto a palazzo comunale dal sindaco Francesco Emanuel e dell’assessore Sebastiano Emanuel e ha ricevuto la targa con gli auguri e condiviso l’importante traguardo anche insieme ad alcuni dipendenti comunali, al figlio Giuseppe e alla nuora Loredana Reburdo. Una bella tappa della vita poi celebrata al ristorante sia giovedì che domenica, con il figlio, la consorte, i due nipoti e le tre pronipoti.
Una vita lunga un secolo quella di Antonio, originario di Stigliano, in provincia di Matera, prigioniero, nel ’43, per accertamenti dei tedeschi a Genzano, in provincia di Roma, rilasciato e costretto a camminare 12 giorni e 12 notti per tornare a casa. Un episodio, di quegli anni duri della guerra, che lui spesso ricorda e racconta. Sposato nel ’51 con Margherita Lardino, Antonio ha lavorato prima nell’agricoltura, poi nella carpenteria, settore che lo ha portato, dal ‘63 al ’65, ad emigrare temporaneamente in Piemonte al fine di seguire gli interventi sulla Torino-Savona, per poi fare ritorno al paese e continuare nel settore dell’edilizia. Insieme alla moglie è arrivato a Caramagna nel ‘72 per avvicinarsi all’unico figlio, emigrato in cerca di lavoro. Antonio è un nonno super arzillo, socievole, loquace, con la battuta sempre pronta, molto conosciuto in paese. Al momento, a parte una signora che lo aiuta con le pulizie di casa e la domenica che pranza con il figlio e la nuora, il “giovanotto centenne” vive da solo, si alza, va a fare la spesa, si prepara da mangiare, guarda la Tv, si mantiene in forma con le passeggiate in paese, le camminate di un’ora e mezza intorno al tavolo di casa e le pedalate con la cyclette, anche se, a volte, si lamenta che le gambe non sono più quelle di un tempo.
«Abbiamo fatto il check-up da poco e devo dire che mio papà è più in forma di me – commenta il figlio Giuseppe – mangia di tutto e dorme il giusto, un tempo era un’attivo frequentatore del centro anziani, oggi però ha perso gli amici che con lui giocavano a carte: questo ahimè è uno dei lati negativi di arrivare a 100 anni, ma la solitudine maggiore è di certo quella che sente per la moglie scomparsa nel 2002. A fare lui compagnia ci pensano però la Tv e le chiacchiere con i caramagnesi, dei quali è ormai una mascotte».
di Viviana Cappelli